rinnovo contratti dipendenti stataliCon la legge di Bilancio sarà stanziato 1 miliardo e 650 milioni per garantire gli aumenti medi di 85 euro mensili per gli statali, mezzo miliardo circa in più rispetto alle prime cifre circolate (1,2 miliardi). Ecco alcune indicazioni sugli aumenti stipendiali, sui bonus e sulle indennità.


La manovra 2016 ha messo sul tavolo 300 milioni, praticamente simbolici, quella per quest’anno ha aggiunto 900 milioni e ora tocca alla nuova legge di bilancio completare il quadro con 1 miliardo e 650 milioni. I numeri su cui lavora il governo, arrivati e confermati dalla nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza), portano insomma a uno stanziamento a regime da 2,9 miliardi, che copre solo i nuovi contratti della pubblica amministrazione centrale, da Palazzo Chigi ai ministeri, dalla scuola agli enti non economici come l’Inps o l’Aci. Agli altri, che lavorano in sanità, regioni, province, comuni, città metropolitane e università, devono pensare i bilanci autonomi dei loro datori di lavoro.

 

Con queste risorse si pensa di garantire sia un aumento dello stipendio di 85 euro lordi sia il bonus Renzi di 80 euro, anche per chi, dopo l’aumento, supererà la soglia dei 26mila euro di reddito annuo. Un costo annuale di poco sopra a 1.500 euro a dipendente: 85 euro, infatti, significano 1.105 euro lordi all’anno spalmati in 13 mensilità, a cui vanno aggiunti gli oneri riflessi (38,4%, fra contributi previdenziali e buonuscite). Il totale arriva a 1.529 euro.

 

Dovrebbe inoltre essere inoltre inserita nella Legge di Bilancio 2018 una nuova norma grazie alla quale il bonus Renzi verrebbe trasformato in una detrazione per il lavoro dipendente anche per i redditi superiori ai 24mila euro. Tetto sopra il quale il bonus inizia a scalare fino ad azzerarsi quando tocca soglia 26mila euro.

 

Inoltre, nell’accordo firmato lo scorso novembre dai sindacati e dalla Ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, si indica l’aumento di stipendio sarà legato sia al reddito che al merito del dipendente.

 

In tal caso il merito prenderebbe il posto degli scatti di anzianità; solo chi dimostrerà il proprio valore – ad esempio facendo poche assenze a lavoro – riceverà dei benefit sul contratto. Secondo l’Aran questo è l’unico modo per gestire le risorse a disposizione, poiché in caso di aumenti a pioggia i 2,6 miliardi di euro stanziati per il rinnovo del contratto non sarebbero sufficienti per garantire l’aumento a tutti i dipendenti pubblici.

 

Sul versante indennità, infine, i nuovi contratti dovranno prima di tutto accorpare le varie indennità di dettaglio connesse all’esposizione a rischi (compreso quello per il maneggio di valori), e prevedere «forcelle retributive accessorie diversificate» sulla base delle complessità dimensionali, ambientali e sociali delle amministrazioni.

 

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