rinnovo-contratto-dipendenti-pubblici-aumentiA fornire alcune indicazioni è stata la ministra Fabiana Dadone: i chiarimenti, tuttavia, rischiano di fare aumentare ulteriormente i malumori.


I chiarimenti del Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, sembrano confermare la tesi dei sindacati: nel Rinnovo del Contratto Dipendenti Pubblici gli aumenti non saranno uguali per tutti.

Questo, infatti, era già stato uno dei punti che aveva scatenato la frizione tra Ministro e Sindacati e aveva generato lo sciopero dei dipendenti pubblici che ha luogo oggi.

La risposta del Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, dunque è arrivata tramite una lettera con cui ha provato a tendere la mano ai sindacati. Ma che rischia di diventare controproducente.

La lettera di Fabiana Dadone

Secondo quanto riportato nella lettera, dove ritiene opportuno:

“definire un paio di aspetti e offrire ai lavoratori e alla opinione pubblica, e perché no anche alle stesse organizzazioni sindacali, una prospettiva meno miope, non divisiva, e certamente meno suggestiva dell’immaginario belligerante dello scontro testa a testa, che pure sa affascinare la pancia del Paese.

In primo luogo si deve dare atto alle stesse organizzazioni sindacali, ivi comprese quelle che non hanno aderito all’annuncio di sciopero, che l’aspetto finanziario riguarda solo uno degli aspetti cui si deve prestare attenzione. E agli stessi si deve riconoscere la capacità di poter comprendere che, almeno in questa fase, nuove ingenti risorse per la contrattazione non potranno essere garantite.

Ritengo però che si debba fare di più per le fasce più basse e pertanto sarebbe importante stabilizzare quella misura del tutto temporale e provvisoria che venne introdotta nella tornata 2016-2018. Al fine di meglio equiparare l’incremento contrattuale tra chi gode di salari più alti e chi no. L’elemento perequativo, infatti, risulta prorogato nel 2018 in attesa che si definisse il nuovo contratto 2019-2021, sarebbe quindi destinato a essere superato ma in considerazione della sua valenza perequatrice credo rappresenti una misura da rendere strutturale.”

Rinnovo Contratto Dipendenti Pubblici: aumenti non sono uguali per tutti?

Secondo quanto detto dalla Ministra ed in relazione all’elemento perequativo i sindacati potrebbero dunque avere ragione. Perché?

Sarà per così dire colpa proprio del citato elemento perequativo introdotto dall’ultimo contratto firmato dal pubblico impiego, quello del 2016-2018. Si tratta di un bonus, voluto all’epoca da Matteo Renzi, di 20 euro mensili circa destinato ai redditi più bassi. Questo provvedimento, però, risultava a tempo e non risulta rifinanziato.

Con il suo rifinanziamento non ci sarà più un aumento a pioggia per tutti, ma solo per le fasce più basse. Dunque una percentuale più alta andrà ai redditi più bassi e una più bassa per i redditi alti.

Non ci potrà essere pertanto il +4% per tutti, che era la promessa iniziale della Funzione Pubblica.

Insomma, niente aumento a tre cifre per tutti: saranno i redditi più bassi a godere di incrementi maggiori. Una proposta probabilmente più equa e solidale, ma che probabilmente scontenterà molti nel lavoro pubblico. Sopratutto quelli che si aspettavano un aumento generalizzato e uguale per tutti dello stipendio a prescindere.

Rinnovo Contratto Statali: le stime sugli aumenti in busta paga.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it