Saitta “Tutela costituzionale per l’Area vasta. Non esistono solo aree metropolitane: non abbandoniamo l’altra Italia”.
“Condividiamo il disegno del Governo di riforma dell’intera architettura istituzionale del Paese, ma chiediamo che siano assicurati a tutti i cittadini le stesse garanzie: se le Città metropolitane restano in Costituzione allora anche per le nuove Province deve esserci una tutela nella Carta”.
Lo ha detto il Presidente dell’Upi Antonio Saitta che ha incontrato oggi, insieme al Presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli, il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, per consegnare le proposte Upi sul disegno di legge di riforma costituzionale del Governo.
“Il timore– ha detto Saitta al Ministro – è che la grande attenzione che nelle riforme si sta dando solo alle grandi aree metropolitane trascuri tutta quella parte restante del Paese da dove si muove il vero sviluppo economico. Per questo crediamo che sia necessario assicurare una tutela costituzionale anche alla futura area vasta, come riteniamo indispensabile rivedere i confini di Regioni e Province e superare le Regioni a statuto speciale . Accorpare le Regioni fissando un minimo di popolazione tra i 3 e i 4 milioni di abitanti e assegnare alle Regioni la titolarità costituzionale di disegnare le nuove circoscrizioni di area vasta riducendo il numero delle Province porterebbe ad una vera semplificazione istituzionale. Soprattutto – ha aggiunto Saitta – se nella riforma costituzionale si chiarirà che le Regioni hanno prevalentemente, se non esclusivamente, una funzione legislativa. Questo eviterebbe il proliferare di nuovi enti strumentali, agenzie e società, creati per esercitare funzioni amministrative di Province e Comuni”. Preoccupazione condivisa anche dal Preisdente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli che ha segnalato il rischio che ” senza una regia attenta e la piena condivisione di tutte le istituzioni, l’attuazione della legge di riforma delle Province porti ad un riaccentramento delle funzioni amministrative in capo alle Regioni, con l’abbandono dei territori”.
FONTE: Upi (Unione Province d’Italia)