invalidiA Firenze un confronto con i Co.Co.pro per una riflessione condivisa sulla definizione delle future linee guida. Rampi: “Mettere in rete il grande patrimonio di tradizione ed esperienze dell’Istituto per realizzare un’autentica presa in carico del lavoratore infortunato capace di minimizzare il rischio di espulsione dal mondo professionale”

 

La piena attribuzione all’Inail delle competenze in materia di reinserimento delle persone con disabilità da lavoro disposta dalla Legge di stabilità 2015 (articolo 1 comma 166) se, da una parte, riconosce definitivamente il ruolo sanitario dell’Istituto, dall’altra apre nuovi e significativi campi d’intervento. Molto, in tal senso, è stato messo in atto, ma il nuovo dettato normativo ha adesso confermato – e consolidato – ambiti operativi destinati ad assumere un peso determinante nella mission di un ente diventato più che mai, a pieno titolo, il referente nazionale per tutto quello che riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ai temi della riabilitazione e dei reinserimento è stato dedicato il seminario organizzato, ieri, dal Civ Inail presso Villa Lemmi, a Firenze, evento che ha segnato un nuovo momento di confronto e di condivisione con i Comitati consultivi provinciali dell’Istituto – dopo le giornate d’ascolto promosse l’ottobre scorso in tutta Italia – per la definizione delle future linee d’indirizzo di politica socio-sanitaria.

 

Un’area vasta di competenze: dalla medicina legale agli ambiti di prima cura. Dopo i saluti di Mario Papani e di Marco Rossi, rispettivamente direttore vicario e coordinatore Crc di Inail Toscana, è stato il presidente della commissione Previdenza del Civ, Luciano Bertozzi, ad aprire i lavori con una disamina approfondita sull’attività sanitaria dell’Istituto. Bertozzi ha ripercorso, così, le principali tappe del recente percorso legislativo (dal dlgs 81/2008 – “Testo unico sulla sicurezza sul lavoro” – al dlgs 106/2009, fino all’Accordo quadro in Conferenza Stato-Regioni del 2 febbraio 2012) che – dopo la cessione dei Centri traumatologici ospedalieri (Cto) alle Regioni a seguito della riforma sanitaria del 1978 (l. 833/78) – ha progressivamente riassegnato all’Inail, rafforzandoli, gli ampi compiti di cui in passato era titolare nell’erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria e riabilitativa ai lavoratori infortunati. Un’area vasta di attività che, oltre all’esclusività “storica” nella medicina legale, vede l’Istituto operare – spesso in forte sinergia con Asl, centri di ricerca e università – anche per quanto riguarda gli ambiti di prima cura, della ricerca, della riabilitazione e del reinserimento.

 

Un “focus mirato” sul Centro di riabilitazione motoria di Volterra. Il seminario ha proposto, così, un “focus mirato” sul Centro di riabilitazione motoria di Volterra che – insieme al Centro Protesi di Vigorso di Budrio – rappresenta una realtà d’eccellenza dell’Istituto proprio sul fronte riabilitazione e della ricerca clinica. A illustrare i percorsi di cura realizzati al fine della presa in carico dell’infortunato è stato il direttore sanitario, Paolo Catitti. Attivo dal 1999 – certificato da dieci anni Iso 9001 e struttura accreditata presso la Regione Toscana – il Centro di Volterra offre servizi di riabilitazione intensiva extra-ospedaliera e dispone di 23 posti letto in regime residenziale e di altrettanti in regime semi-residenziale. Nel 2014 sono stati 629 i ricoveri effettuati (120 in più rispetto all’anno precedente). “La nostra equipe medica propone uno specifico progetto riabilitativo individuale che viene condiviso da paziente e fisioterapista– ha affermato Catitti – mettendo in atto protocolli specificamente orientati al recupero delle capacità funzionali residue e, in particolare, delle abilità lavorative”.

 

La robotica come risorsa strategica nelle terapie. Il Centro svolge prestazioni sanitarie dirette sia a infortunati sul lavoro sia ad assistiti del Servizio sanitario nazionale, avvalendosi di alte professionalità e di tecnologie all’avanguardia. E sulle attività di ricerca promosse dalla struttura nel campo della robotica riabilitativa – e su come la tecnologia possa rendere significativamente più pregnanti le terapie riabilitative – si è concentrata la relazione di Elisa Taglione, dirigente medica del Crm, che ha analizzato le collaborazioni attualmente in corso con l’IIT di Genova e con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Tra i progetti in fase di sperimentazione clinica spiccano, in particolare, Arbot e Wristbot, ausili per la riabilitazione della caviglia e del polso, e un innovativo dispositivo robotico per la per la verticalizzazione che consente a persone con disabilità motorie gravi la possibilità di spostarsi più facilmente negli ambienti domestici in relazione alle proprie capacità posturali residue.

 

Il trattamento riabilitativo “work-oriented” del Saf-Inail di Bari. A offrire, invece, un approfondimento sul trattamento riabilitativo “work-oriented” nell’esperienza del Servizio ambulatoriale di fisioterapia Inail di Bari è stato Vincenzo Castaldo, della Sovrintendenza medica regionale Inail Puglia. Nel corso dell’intervento sono state analizzate le esperienze attuate nel progetto Work (Work oriented rehabilitation and kinesis), specificatamente dedicato a quell’ampia fascia di piccole lesioni e micro amputazioni che, pur non determinando disabilità gravi negli infortunati, rischiano tuttavia di pregiudicare fortemente lo svolgimento delle attività professionali. L’equipe multidisciplinare del Saf-Inail di Bari fornisce, così, un trattamento specifico alle esigenze di ogni singolo caso trattato che – partendo dall’analisi, dalla scomposizione e “ricomposizione” dei particolari gesti lavorativi e dalla valutazione delle limitazioni subite a seguito dell’incidente – è finalizzato alla definizione di idonee “strategie di compenso” e di procedure alternative, in virtù del principio del cosiddetto “adattamento ragionevole”.

 

Rampi: “Un rafforzamento autentico del progetto riabilitativo individuale”. A concludere il seminario, proponendone un momento di sintesi, sono stati il presidente del Civ, Francesco Rampi, e il direttore centrale Prestazioni sanitarie e reinserimento lavorativo dell’Inail, Giovanni Paura. “Credo che il confronto di oggi abbia messo in evidenza alcuni principi essenziali sui quali dovrà concentrarsi l’azione propositiva del Civ – ha affermato Rampi – A partire dal perseguimento di un rafforzamento autentico del ‘progetto riabilitativo individuale’ che vede oggi il medico dell’Inail non più deputato alla sola valutazione medico-legale, ma autentico promotore e co-attore in grado di affiancare il Sistema sanitario regionale e, in una logica di continuità con questo, di governare l’intero ciclo di cura di un infortunato, affinché le condizioni di tempestività adeguatezza e qualità degli interventi siano dimensioni autenticamente costitutive del percorso di carattere riabilitativo”.

 

“Una cassetta degli attrezzi ricca di strumenti operativi”. “La ‘cassetta degli attrezzi’ oggi a disposizione dell’Inail è certamente ricca di strumenti operativi molto validi – ha sostenuto, ancora, Rampi – Si tratta di un patrimonio di tradizione, di esperienze e di opportunità che è necessario mettere in rete in modo ancora più efficace, al fine di garantirne il governo più virtuoso possibile. Un reale ‘progetto riabilitativo individuale’ non può, pertanto, che fare riferimento a una solida sinergia tra i Centri di Budrio e di Volterra, gli ambulatori fisiochinoterapici e tutte le importanti professionalità che operano al loro interno: un sistema a rete che deve diventare, a tutti effetti, il fulcro in grado di realizzare una presa in carico del lavoratore infortunato capace di minimizzare il rischio di espulsione dal mondo professionale. Da questi principii il Civ procederà alla definizione delle linee di indirizzo da consegnare alla direzione centrale come presupposti indispensabili sui futuri interventi da mettere in atto”.

 

Paura: “La persona sempre al centro della vocazione dell’Istituto”. “Le ragioni alla base della mission dell’Inail sono antiche, eppure attuali, e pongono sempre la persona al centro dell’agire dell’Istituto – ha detto Paura – La riabilitazione e il reinserimento nella vita sociale e professionale sono tra le dimensioni che esprimono con maggior forza la vocazione di un ente che, pur nell’ambito di un mutamento anche significativo dei propri ambiti operativi, ha visto e vede il sostegno al lavoratore in condizioni di fragilità come motivo essenziale del proprio intervento. In tale prospettiva l’auspicio del Civ relativo al potenziamento della logica di rete, che pure tradizionalmente ha ispirato l’azione dell’Istituto, è certamente un valore al quale guardare con particolare attenzione anche nelle future sperimentazioni”.