La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza 19692 del 2024, ha fornito ulteriori chiarimenti sul tema della retribuzione di risultato per i dirigenti delle funzioni locali.


In modo particolare i giudici si soffermano sulle condizioni necessarie per la sua erogazione e il legame con le risorse finanziarie disponibili.

La natura della retribuzione di risultato

A differenza dello stipendio base o della retribuzione per la posizione dirigenziale, la retribuzione di risultato non si limita al semplice esercizio della funzione dirigenziale. Essa è strettamente legata al raggiungimento di specifici obiettivi, definiti a inizio anno, e alla successiva valutazione del livello di realizzazione. Questo compenso mira a premiare la qualità del lavoro svolto e i traguardi raggiunti, con un particolare focus sull’efficienza e la produttività del dirigente.

Le procedure per la determinazione

La Cassazione ha ribadito che l’erogazione di questa indennità non è automatica. Al contrario, essa dipende da un insieme di procedure stabilite sia dalla legge che dalla contrattazione collettiva. Ogni anno, per ogni dirigente, viene avviata una procedura di verifica che esamina se sono presenti i requisiti per l’erogazione della retribuzione di risultato. Queste valutazioni includono, tra l’altro, l’assegnazione di obiettivi annuali e la verifica del loro raggiungimento da parte degli organi di controllo interno.

Il legame con le risorse finanziarie

Uno degli elementi chiave nella definizione della retribuzione di risultato è la disponibilità delle risorse finanziarie dell’ente pubblico. Secondo la Cassazione, l’importo destinato a questa voce viene deciso a monte, attraverso accordi sindacali, e tiene conto della capacità di spesa dell’Amministrazione. Di conseguenza, in caso di indisponibilità di risorse, la retribuzione di risultato può essere ridotta senza che ciò costituisca una violazione di diritti acquisiti da parte dei dirigenti.

Le sentenze precedenti

Le sentenze precedenti, tra cui Cass. n. 14638/2016, Cass. n. 21166/2019 e Cass. n. 5679/2022, avevano già sottolineato che la retribuzione di risultato è condizionata non solo dal raggiungimento degli obiettivi, ma anche dal rispetto dei limiti finanziari stabiliti. In sostanza, la Pubblica Amministrazione deve seguire rigorosamente i criteri concordati, senza possibilità di manovra discrezionale.

Retribuzione di risultato per i dirigenti locali: il parere della Cassazione

La retribuzione di risultato per i dirigenti pubblici non è in sintesi un diritto garantito automaticamente, ma richiede una valutazione accurata e puntuale del lavoro svolto, nonché la disponibilità di risorse economiche. La Cassazione ha quindi confermato che l’Amministrazione, qualora non abbia le risorse necessarie, può legittimamente ridurre l’importo di questa voce retributiva senza incorrere in alcuna responsabilità.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.