L’ondata di nuovi contagi di Covid ha portato ad una modifica delle regole a lavoro per i positivi. Vediamo quali sono.
Regole lavoro positivi al Covid: l’estate del 2022 ha segnato per tutti noi un ritorno alla quasi normalità, con la caduta dell’obbligo della mascherina quasi dappertutto.
Ma insieme alla normalità, è arrivata una nuova ondata di contagi di Coronavirus, a causa delle nuove varianti che, seppur più blande, sono molto più diffuse delle precedenti.
Proprio a causa dei contagi alle stelle, le aziende sono corse ai ripari: molti dipendenti sono a casa col Covid e ciò ha creato non pochi problemi sul posto di lavoro.
Ma quali sono le nuove regole sul lavoro per i positivi al Covid? Vediamole insieme.
Regole lavoro positivi al Covid: la situazione attuale
Nelle ultime settimane, i contagi si sono alzati nuovamente, con un aumento di quasi 100mila casi in 24 ore.
Grazie alla campagna di vaccinazione e all’immunizzazione della popolazione, gli effetti del contagio sono sicuramente più blandi e meno pericolosi. Basti pensare che il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale è decisamente più basso rispetto a quello dello scorso anno: 3,5% dei letti occupati in terapia intensiva e il 13,3% nei reparti ordinari.
Alcuni contagiati sono addirittura asintomatici.
Ma, nonostante ciò, la procedura per il contagio rimane la stessa: i tamponi positivi vengono comunicati alla banca dati dei servizi sanitari, anche se non ci sono sintomi, facendo riferimento alla circolare del 2020 dell’Inps, che prevede l’isolamento del contagiato, fino alla sua negativizzazione (o dopo 21 giorni dalla positività).
L’isolamento può durare 7 giorni, ma in alcuni casi si allunga anche per due-tre settimane e ciò porta ad una mancanza di lavoratori nelle aziende.
Regole lavoro positivi al Covid: smartworking e certificato medico
Per poter porre rimedio alla situazione attuale, c’è una soluzione.
I lavoratori che sono positivi asintomatici non saranno più obbligati a non lavorare.
Potranno, infatti, comunicare all’azienda la disponibilità di lavorare in smart working, laddove è possibile, senza dover richiedere il certificato di malattia al proprio medico di base.
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, è ritornato però sulla questione. Ha affermato che non è possibile continuare a bloccare le aziende, a causa dei lavoratori positivi asintomatici.
Il sottosegretario ha detto:
“Si dovrà per forza fare una riflessione su come comportarsi con i positivi. La normalità si raggiungerà quando un positivo senza sintomi potrà andare a lavorare con la mascherina”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
“Alcuni contagiati sono addirittura asintomatici”. Veramente la stragrande maggioranza è asintomatica. Qualcuno, raramente, ha sintomi influenzali. E poi ci sono rarissimi casi di 90nni con 12 patologie che finiscono in ospedale.
Chiamasi sindrome influenzale. Fine della storia.
Ma scusate, con più del 90% della popolazione vaccinata per la prima volta nella storia dell’uomo si doffonde una influenza in estate…non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere… avanti con la 4° cosi almeno avremo una costante presenza delle influenze…
La virulenza è tale che si viene infettati per un nonnulla ma in nome del dio profitto, e non della produttività, si vuole sacrificare la salute pubblica, tanto chi paga è lo stato ovvero i lavoratori dipendenti. La gran parte dei casi hanno sintomi, ma li si vogliono declassare a “raffreddore” piuttosto che a covid, salvo poi passare alla polmonite e ritrovare aumenti di ricoveri nonostante siamo in estate, anzi e per fortuna che siamo in estate. Smettere di sdrammatizzare e prendere la situazione sul serio, a cominciare dall’obbligo delle mascherine fino alla sanificazione degli ambienti e al contingentamento dell’accesso… Leggi il resto »