previdenza-complementare-e1431933869869-274x300Nessun prepensionamento per i Q96 nella scuola. Il testo della legge di stabilità presentato la scorsa settimana del Governo (che ancora deve ricevere il via libera del Quirinale per poi essere trasmesso al Senato) abbandona ancora una volta al proprio destino i quota 96 della scuola. Nono state infatti accolte da Palazzo Chigi le proposte contenute all’articolo 1 del testo unificato della settima salvaguardia messo a punto dalla Commissione Lavoro della Camera il 1° ottobre per mandare a casa i 2.500 tra docenti e personale Ata in possesso dei 60 anni e 36 di contributi (o 61 anni e 35 anni) entro la fine dell’anno scolastico 2011/2012. Salvo ripensamenti, a questo punto improbabili, anche il prossimo anno scolastico si avvierà senza quel ricambio generazionale auspicato dalla stessa Ministra Madia. Un ricambio che se realizzato avrebbe consentito alla categoria dei docenti italiani di perdere, in ambito europeo, la nomea di essere quella più anziana avendo una età media compresa tra 52 e 55 anni.

 

Dal prossimo anno i requisiti per lasciare saranno comunque più elevati per via dei 4 mesi di adeguamento alla stima di vita. Anche perchè come non c’è la misura sui Q96 non c’è neanche la flessibilità in uscita tanto sbandierata negli ultimi mesi dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Dal 2016 serviranno quindi 66 anni e 7 mesi di età per la pensione di vecchiaia oppure, in alternativa ed indipendentemente dall’età anagrafica, 41 anni e 10 mesi di contributi le donne e 42 anni e 10 mesi gli uomini. Chi maturerà tali requisiti entro il 31 dicembre 2016 potrà lasciare, come di consueto, il primo settembre 2016 in quanto in questo comparto la finestra d’uscita è fissa e coincide con l’avvio del nuovo anno scolastico.

 

Da segnalare però alcune nuove deroghe in arrivo per il comparto: la legge di stabilità prorogherà l’opzione donna a tutto il 2015. Quindi le insegnanti in possesso di 57 anni e 3 mesi di età (i 3 mesi per ora restano) unitamente a 35 anni di servizio entro il 31 dicembre 2015 (si badi all’anno: non 31 dicembre 2016) potranno anche quest’anno decidere di uscire il prossimo 1° settembre accettando un assegno tutto con il contributivo. Altra misura “prorogata” con la stabilità è il pensionamento anticipato per i lavoratori che nel 2011 assistevano disabili, anche se il Governo intende rivedere il format restringendolo in favore dei genitori che fruivano del congedo per i figli disabili gravi. Lasciando fuori le 104 le cui domande, con le vecchie salvaguardie, hanno ampiamente superato le stime previste.