quota-100-rischio-governo-pd-m5sSulla Rete rimbalzano allarmismi su Quota 100, con il rischio che il possibile Governo PD-M5S possa farla saltare. Ma qual è la verità?


Quota 100, rischio con Governo PD-M5S? Potrebbe saltare?

Per il momento nessun allarmismo. A differenza di alcuni articoli comparsi in rete nelle ultime ore nel nuovo programma condiviso M5S-PD non figura l’abrogazione della Riforma degli inizi di Gennaio sulla quota 100 e sul reddito di cittadinanza.

Nella bozza del programma posta in votazione ieri sulla piattaforma “Rousseau” del M5S (e approvata dagli elettori pentastellati) a sostegno di un futuro nuovo Governo si legge, infatti, che con:

“riferimento alla legge di bilancio per il 2020 sarà perseguita una politica economica espansiva. Senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica. E, in particolare: neutralizzazione dell’aumento dell’IVA, sostegno alle famiglie e ai disabili. Il perseguimento di politiche per l’emergenza abitativa, deburocratizzazione e semplificazione amministrativa. Maggiori risorse per scuola, università, ricerca e welfare“.

Quota 100, rischio con Governo PD-M5S? Ecco la verità

Nei punti programmatici della bozza del programma si legge, in particolare, la necessità di:

a) ridurre le tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori;

b) individuare una retribuzione giusta (“salario minimo”), garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori;

c) approvare una legge sulla rappresentanza sindacale;

d) individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento in particolare a danno dei giovani professionisti;

e) realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;

f) introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, recepire le direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata.

All’interno trovano spazio altri impegni generici come il sostegno alle nuove generazioni, la tutela del merito. E la creazione di più efficaci misure di sostegno alle famiglie con persone con disabilità e alle famiglie numerose.

Non c’è alcun riferimento, quindi, esplicito al settore della previdenza e al reddito di cittadinanza né che faccia intendere ad una controriforma né ad una ulteriore estensione.

Dunque, almeno per il momento, molti allarmismi appaiono ingiustificati o comunque prematuri.

Ricordiamo che con il DL 4/2019 il legislatore ha approvato la quota 100 che consente di andare in pensione con 62 anni e 38 sino al 31 dicembre 2021, ha bloccato l’adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per la pensione anticipata ed ha prorogato l’opzione donna alle nate entro il dicembre 1960 (1959 le autonome).

Il capitolo pensionistico è stato arricchito anche da norme che agevolano il riscatto della laurea dei periodi temporali ricadenti nel sistema contributivo e dalla pace contributiva, un meccanismo che agevola il riscatto ai fini pensionistici dei buchi contributivi per i lavoratori assicurati la prima volta successivamente al 31 dicembre 1995.