quota-100-cgilSecondo un’analisi condotta dal sindacato di Corso d’Italia ci sono sette miliardi di risparmi sulle misure contenute nel DL 4/2019. Risorse che devono essere restituite al comparto previdenza.


Quota 100, CGIL: risparmi vadano a lavori gravosi e precoci.

“Da quota 100 e dalle altre misure previdenziali contenute nel decreto 4/2019 verranno risparmiati ben 7 miliardi di euro. Risorse importanti che dovranno essere necessariamente ridestinate al capitolo pensioni”. Questa la richiesta della Cgil in base alla stima sui risparmi previdenziali elaborata dall’Osservatorio previdenza della Fondazione di Vittorio e della confederazione.

Nel dettaglio, il responsabile previdenza della Cgil nazionale, Ezio Cigna, spiega quante risorse si risparmieranno nel corso dei tre anni: “Un miliardo e 516 milioni nel 2019; 2 miliardi e 953 milioni nel 2020; 2 miliardi e 628 milioni nel 2021. Tale risparmio – sottolinea – sarà dovuto a un coinvolgimento del 35 per cento della platea stimata dal precedente governo, solo 341.266 persone, anziché 973 mila”.

Quota 100, CGIL: risparmi a lavori gravosi e precoci

Anche le misure ape sociale e per i lavoratori precoci, così come rilevato dall’analisi, raggiungono purtroppo poche persone. “In particolare – prosegue il dirigente sindacale – dal 2017 ad oggi sono 51.732 le persone alle quali si riconosce l’ape sociale. Solo il 45% del totale delle domande (114.302); 36.411 le pensioni dei cosiddetti  ‘precoci’ pari al 38 per cento del totale delle domande (95.582)”.

Secondo Cigna, “sono i vincoli normativi previsti, in particolare per i lavoratori gravosi, a non permettere a molti soggetti, nonostante la gravosità del lavoro svolto, di accedere a tale strumento. È necessaria, quindi, una immediata rivisitazione e aggiornamento normativo.

“Tenendo conto sia delle proposte contenute nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil, sia della disponibilità del governo a una riforma complessiva del sistema – afferma il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli – chiediamo che venga realizzata una riforma previdenziale volta a garantire flessibilità in uscita per tutti dopo i 62 anni, con interventi che tengano conto della condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavoratori gravosi e usuranti, del lavoro di cura e degli esodati. Chiediamo infine – conclude – che si introduca una pensione contributiva di garanzia per i più giovani”.

Anche la Uil chiede maggiori stanziamenti sulle pensioni. Il partito guidato da Carmelo Barbagallo ha giudicato positivo il metodo di confronto e l’apertura del Governo sulla proroga di un anno dell’opzione donna e dell’ape sociale e del dietrofront su una possibile revisione di quota 100. Ma chiede che si istituiscano le commissioni sui lavori gravosi e sulla separazione della previdenza dall’assistenza previste nella scorsa legislatura ed ancora rimaste inattuate. Offensiva, secondo la Uil, la proposta della mini-rivalutazione delle pensioni tra tre e quattro volte il minimo, così come grave il mancato taglio del cuneo fiscale ai pensionati già beffati dal bonus degli 80 euro previsto dal Governo Renzi. Per ribadire questi temi, come quelli per la tutela del lavoro di cura e delle pensioni dei giovani, la Uil annuncia quindi il sostegno alla manifestazione nazionale dei pensionati prevista per il 16 novembre a Roma.