smart workingSempre più diffusi, anche in Italia, i cosiddetti contratti in smart working, tra l’altro adottati di recente anche dalla Pubblica amministrazione.


 

Grazie a Internet sono stati numerosi gli aspetti della nostra società – e dunque della nostra vita – ad aver registrato un cambiamento a dir poco epocale. E questo discorso ha riguardato gli aspetti più “frivoli” come ad esempio lo shopping online e l’entertainment, ma anche quelli più seri e importanti, come il nostro lavoro. Il web ci ha infatti concesso la preziosa opportunità di svolgere la nostra professione a distanza, nella quiete della nostra casa e tramite il computer. Una rivoluzione, dicevamo: soprattutto perché adesso cominciano a proliferare anche in Italia i cosiddetti contratti in smart working, tra l’altro adottati di recente anche dalla Pubblica amministrazione.

 

Arriva lo smart working per le Pubbliche amministrazioni

 

La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il 25 maggio 2017 l’applicazione dei contratti di smart working nelle Pubbliche amministrazioni: ciò vuol dire che anche chi lavora all’interno dei suddetti enti potrà approfittare di tutti i benefici del cosiddetto “lavoro agile”. Questo, però, porta anche a dei contro: la suddetta tipologia di lavoro potrebbe essere infatti utilizzata per mettere ai margini le risorse umane ed i dipendenti più a rischio. Ecco perché la direttiva prevedrà anche dei criteri per scongiurare questa ipotesi. I vantaggi sono quelli che abbiamo elencato: la possibilità di godere di un orario di lavoro maggiormente flessibile, e di calarsi in un migliore contesto produttivo. Ma quanto verrà attivato lo smart working per la Pubblica amministrazione? Entro i prossimi 3 anni, almeno il 10% dei dipendenti potrà richiedere e ottenere il passaggio a questa nuova forma di lavoro.

 

Come migliorare lo smart working?

 

Innanzitutto dotandovi di una connessione Internet stabile, veloce e priva di sorprese, ad esempio consultando i siti di operatori come Vodafone, che propongono offerte per la fibra ottica ancora più veloce, detta Iperfibra, che saprà aiutarvi nel vostro lavoro da casa. Ottimizzare lo smart working, però, significa anche considerarlo come un vero e proprio lavoro, dunque stabilendo degli orari ed evitando di inframezzarlo con attività che possano distrarre. Dunque la pianificazione è una regola indispensabile, così come lo è evitare il multitasking, dato che fare più cose in contemporanea al computer distrae e fa perdere il filo. Infine, anche l’organizzazione degli spazi fisici è molto importante, sia per una questione di comfort che per una questione professionale.

 

Come è regolamentato lo smart working?

 

Lo smart working svincola il lavoratore innanzitutto, da un luogo fisico obbligatorio di svolgimento collettivo della prestazione lavorativa. Tuttavia al datore di lavoro rimane sempre l’onere della copertura infortunistica, che ha l’obbligo di fornire un’informativa almeno annuale al lavoratore e al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza sui rischi generali che può correre il lavoratore. E’ ovviamente richiesta poi la cooperazione del lavoratore all’attuazione di eventuali misure di prevenzione che possono essere disposte dal datore di lavoro. Rimane invece in un vuoto legislativo la questione del controllo della prestazione e di conseguenza delle eventuali sanzioni disciplinari, la cui regolamentazione viene demandata all’accordo fra le parti. Infine per quanto riguarda l’orario di lavoro reso ovviamente flessibile dallo smart working sono previste delle misure tecniche organizzative che garantiscono la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro, così da evitare una eccessiva ingerenza nella vita privata.