Dipendenti pubblici in rivolta. La situazione può essere ascrivibile alla categoria “cose che non accadono tutti i giorni”. D’altronde la situazione, oramai da parecchio tempo, non è di certo idilliaca.
In particolare ad alzare la voce, in questo frangente, sono i dipendenti appartenenti alle Province. Il panico è stato scatenato dalle nuove direttive che, per dare una corretta e pratica applicazione alla Riforma Delrio, dal primo Gennaio darebbero un taglio netto agli organici funzionali degli Enti Locali provinciali: previsto un ridimensionamento di portata biblica.
Nella pratica ciò si tradurrebbe nel dimezzamento nelle Province “normali” e nella riduzione del 30% in quelle destinate a trasformarsi in Città metropolitane
In effetti è già da mesi che la situazione tra Governo Centrale ed enti locali si è di certo surriscaldata. Le premesse, nei giorni passati, erano ben diverse: uno dei dossier di Carlo Cottarelli, ex commissario alla Spending Review, aveva chiesto una messa in pratica esecutiva più “soft” per tentare di porre un argine alla possibile disoccupazione “di massa” per i circa 20 mila dipendenti provinciali in bilico.
Anche l’Unione delle Province Italiane vista la situazione preoccupante, aveva lanciato un appello per la salvaguardia di questi 20 mila dipendenti, il cui futuro lavorativo sembrava già qualche giorno fa poter sprofondare nell’abisso.
Situazione che si era già preannunciata tesa. Probabilmente, un’ondata di “occupazioni”, di “rivolte” e di “presidi” da parte dei dipendenti pubblici non era sicuramente preventivabile. O, perlomeno, non a questi livelli.
Firenze è la capitale del dissenso. Le occupazioni simboliche, promosse dalla CGIL già da questa mattina si sono susseguite a Pistoia, Massa, Lucca, Siena, Pisa e Livorno. Già “focolai” estesi anche a Roma e Reggio Emilia.
I prossimi a lanciare la parola d’ordine “insubordinazione” potrebbero essere i dipendenti provinciali della Sicilia, che starebbero preparando già dei sit-in di protesta.
L’ondata di dissenso inoltre diventa telematico e corre già spedito sui social. In particolare su Twitter gira già da stamane l’hashtag #NoEmendamento29810 che, con tutta probabilità, potrebbe schizzare entro sera in cima ai trend topics.
Situazione che assomiglia pertanto sempre più a una polveriera. Quali saranno le prossime mosse dei dipendenti provinciali? E come rispondere il Governo alle richieste? Si attendono nuovi sviluppi per dare una risposta (o forse no) a questi interrogativi.
AUTORE: Simone Bellitto