Un recente parere emanato dall’Aran fornisce alcune interessanti delucidazioni sulla media delle valutazioni individuali ai fini dell’attribuzione delle progressioni economiche ai dipendenti pubblici.
Nello specifico, il parere CFC128 è rivolto al comparto delle Funzioni Centrali, ma è comunque indicativo anche per tutto il pubblico impiego in generale.
Il quesito sottoposto all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni è il seguente:
Come si deve interpretare il criterio stabilito nel comma 2, lett. d), n. 1) dell’articolo 14 del CCNL comparto Funzioni Centrali del 09/05/2022 concernente la “media delle ultime tre valutazioni individuali annuali conseguite” relativo alle progressioni economiche all’interno delle aree?
I criteri di valutazione nelle progressioni economiche dei dipendenti pubblici
Nel contesto delle progressioni economiche dei dipendenti pubblici, i criteri di valutazione giocano un ruolo cruciale nel determinare l’avanzamento di carriera e l’attribuzione di differenziali stipendiali.
Le progressioni economiche dei dipendenti pubblici sono disciplinate dai contratti collettivi nazionali (CCNL) e da accordi integrativi tra le amministrazioni e le organizzazioni sindacali. I criteri di valutazione per l’attribuzione delle progressioni economiche possono variare a seconda del CCNL e dell’accordo integrativo di riferimento, ma in generale si basano su una serie di fattori, tra cui:
- valutazione individuale: la valutazione individuale del dipendente negli ultimi anni, in base a parametri come la produttività, l’efficienza, la qualità del lavoro, il raggiungimento degli obiettivi e le competenze.
- esperienza lavorativa: l’anzianità di servizio del dipendente e l’esperienza maturata nel ruolo ricoperto.
- titolo di studio: il titolo di studio posseduto dal dipendente, con particolare riguardo a titoli di studio attinenti al ruolo ricoperto.
- formazione: la partecipazione del dipendente a corsi di formazione e aggiornamento professionale.
- comportamento disciplinare: l’assenza di sanzioni disciplinari a carico del dipendente.
Oltre a questi criteri generali, gli accordi integrativi possono prevedere anche altri criteri specifici, come la conoscenza di lingue straniere o l’utilizzo di strumenti informatici.
In sintesi, i criteri di valutazione per le progressioni economiche dei dipendenti pubblici mirano a promuovere un ambiente lavorativo basato sul merito, valorizzando le competenze e le prestazioni attraverso metodologie di valutazione chiare e obiettive.
Progressioni economiche: chiarimenti sulla media delle valutazioni individuali
Nell’ambito del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto delle Funzioni Centrali, si pone l’attenzione sul criterio definito nel comma 2, lettera d), numero 1) dell’articolo 14 riguardante le progressioni economiche all’interno delle aree.
Secondo quanto precisato dal comma 1 dello stesso articolo, i differenziali stipendiali attribuiti ai dipendenti in caso di progressione economica riflettono “il maggiore grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni proprie dell’area“. Questo implica che l’Amministrazione deve considerare esclusivamente le valutazioni delle prestazioni effettuate all’interno dell’area specifica in cui si compete per il differenziale stipendiale (o per l’area equivalente secondo il sistema precedente di classificazione).
La locuzione in questione, “la media delle tre ultime valutazioni individuali annuali conseguite“, non impone un criterio rigido basato sulla temporalità delle valutazioni. Piuttosto, consente all’Amministrazione di considerare fino a tre valutazioni del personale, anche se non consecutive nel tempo.
Questo approccio flessibile consente di valutare le competenze professionali acquisite nel corso del tempo, senza vincoli cronologici stretti che potrebbero limitare la valutazione complessiva delle capacità del dipendente. Pertanto, l’Amministrazione può utilizzare valutazioni passate per fornire un quadro completo delle competenze e delle prestazioni del dipendente nel tempo, contribuendo così a una valutazione più equa e completa delle progressioni economiche all’interno delle aree definite dal CCNL.
Questa interpretazione permette di adattare la valutazione alle specificità di ciascun dipendente, rispettando nel contempo i principi di equità e di valorizzazione del merito professionale, pilastri fondamentali del sistema di progressione economica delineato nei contatti del pubblico impiego.