Dagli ultimi dati stilati, è risultato che ci sono poche donne nella Pubblica Amministrazione: servono norme ad hoc per l’occupazione femminile.
La Pubblica Amministrazione non è un settore per le donne.
Almeno è questo quello che emerge dagli ultimi dati, che indicano un deficit di occupazione femminile nell’impiego pubblico.
Meno del 20% delle posizioni ai vertici delle università è occupato da donne (18,4%). Stessa situazione negli enti pubblici di ricerca (18,7%), ambasciate (14,4%), enti pubblici economici (18,5%) e organi costituzionali o a rilevanza costituzionale (18,9%).
Nei Ministeri, sono solo 19 su 90 le posizioni di dirigenti generali centrali occupati da donne.
Una maggiore presenza viene rilevata nei ministeri senza portafoglio (45,5%).
Ecco i prossimi obiettivi della Pubblica Amministrazione in questo ambito.
Poche donne nella Pubblica Amministrazione: le ipotesi per il futuro
Come proposto da Flepar, associazione avvocati, professionisti e tecnici sanitari, servono norme ad hoc per garantire un accesso paritario alle posizioni apicali, gestionali e operative nella Pubblica Amministrazione, compresi gli enti pubblici.
Nel bilancio di genere del 2022, elaborato dalla Ragioneria generale dello Stato, è stata registrata una crescita della presenza delle donne nei cda, arrivate al 42,9%.
Tuttavia, questo non si traduce come un raggiungimento delle posizioni di comando, poiché, in circa tre quarti dei casi, le donne occupano le posizioni di consiglieri indipendenti, ovvero privi di deleghe gestionali e operative.
Sulla base di questi dati, Flepar, durante l’incontro a Roma sul tema “Rigeneriamo il sistema pubblico, più donne nelle posizioni apicali”, ha richiesto nuovi interventi già a partire dal prossimo Def.
Tra questi, il rafforzamento della legge Golfo-Mosca, sull’equilibrio di genere nelle società a partecipazione pubblica e una nuova normativa per estendere
“l’obbligo della parità di accesso di genere ai ruoli apicali e direttivi centrali della pubblica amministrazione, ivi compresi quelli degli enti pubblici ove sono previsti consigli di amministrazione e organi di controllo”.
La parità di genere fa crescere la Pubblica Amministrazione
Flepar ha anche ricordato come la parità di genere influenzi la competitività e la crescita del settore pubblico.
Secondo i dati di diversi istituti pubblici e privati hanno associato la crescita del Pil proprio all’aumento dell’occupazione femminile.
Una ricerca del Boston Consulting Group ha evidenziato che, nel 2022, le aziende con almeno il 30% di dirigenti donne hanno registrato un aumento del 15% della redditività.
Sempre la stessa ricerca ha dimostrato che, se le donne e gli uomini partecipassero nella stessa misura all’imprenditoria, il Pil mondiale crescerebbe dal 3% al 6%.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it