Per poter fermare la fuga dei lavoratori, si apre la possibilità per un maggiore smart working per i neoassunti nella Pa: ecco le ultime notizie.


È ancora confronto tra l’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati sul rinnovo del contratto 2022/2024 per dipendenti pubblici. 

Una delle problematiche da risolvere è sicuramente la “fuga” dei lavoratori del Sud, che vengono assunti al Nord e che rinunciano al posto a causa dei costi del trasferimento.

Vediamo nel dettaglio.

Più smart working per i neoassunti nella Pa: cosa prevede la bozza dell’Aran

L’Aran ha presentato una bozza per il contratto 2022/2024 con due elementi centrali: smart working per i nuovi assunti e aumenti di stipendio.
Ad essere inclusi nel nuovo contratto sono i lavoratori statali, dai dipendenti dei ministeri a quelli delle Agenzie fiscali, dell’Inps e dell’Inail.

Come si legge nella bozza, sono previsti “strumenti volti a favorire l’inserimento del personale neoassunto quali, ad esempio, politiche di welfare e di accesso al lavoro a distanza”.

L’idea principale è quella di proporre lo smart working per i neoassunti della Pa. L’obiettivo, infatti, è di agevolare i tanti giovani del Sud, che vincono i concorsi pubblici con posti di lavoro situati al Nord, ai quali rinunciano a causa dei costi di trasferimento.

Con questa misura, si punta ad un passaggio meno “traumatico”.

Ma non solo, perché lo smart working verrebbe rafforzato anche per gli altri lavoratori e non solo i neoassunti, eliminando il vincolo della prevalenza della presenza in ufficio.

Previste anche delle misure “age management per sostenere i dipendenti più vicini alla pensione.

Il capitolo degli aumenti

Nella bozza dell’Aran, si legge che “a seguito della rivalutazione dei tabellari residuano in media su tutto il comparto 31 euro al mese per 13 mensilità, di cui il tavolo negoziale dovrà decidere l’utilizzo”.

Significa che gli aumenti che spettano alle Funzioni centrali sono previsti secondo le tabelle del contratto e possono andare da 110 a 193 euro al mese, a seconda dell’area di appartenenza.

Questo significa che ci sarebbero aumento da un minimo di 141 euro per gli operatori ad un massimo di 224 euro per le elevate professionalità (categoria introdotta nell’ultimo contratto).
Per un funzionario, invece, l’aumento medio mensile sarebbe di 172 euro.

I prossimi passi

Il nuovo incontro tra l’Aran e i sindacati sarà il prossimo 28 ottobre, quando proseguiranno le discussioni sul rinnovo del contratto per il periodo 2022/2024.
Il nuovo contratto riguarderebbe oltre 190mila dipendenti.

I sindacati, però, potrebbero dividersi: difficilmente Cgil e Uil firmeranno l’accordo. La Cgil, inoltre, ha proclamato uno stato di agitazione che potrebbe arrivare ad uno sciopero generale.
Il negoziato potrebbe concludersi con la sola adesione della Cisl e di alcuni sindacati autonomi, come Confsal-Unsa, Flp e Confintesa.