Trasferimenti senza vincoli sino a 50 chilometri. Necessario il consenso del dipendente solo per chi ha figli sotto i tre anni o disabili.

I dipendenti delle Pa potranno essere trasferiti all’interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra le amministrazioni interessate, in altra amministrazione, in sedi collocate nel territorio dello stesso Comune ovvero a distanza non superiore a 50 chilometri dalla sede cui sono adibiti.

Per il trasferimento non servirà il loro consenso a meno che questi abbiano figli di età inferiore a tre anni (con diritto quindi alla fruizione del congedo parentale) o se fruiscono dei permessi lavorativi retribuiti per l’assistenza di un parente o di un affine disabile in situazione di gravità, se non ricoverato a tempo pieno. E’ quanto prevede il nuovo articolo 4 del Dl sulla Pa dopo le modifiche entrate in vigore a seguito della sua definitiva conversione avvenuta con la legge 114/2014.

Cambiano dunque le regole per il trasferimento dei dipendenti nelle Pa. Tra le principali innovazioni che sono entrate in vigore c’è la pubblicazione sul sito istituzionale della Pa, per un periodo minimo di 30 giorni, del bando che indica i posti che le amministrazioni intendono coprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni – previa fissazione dei requisiti e competenze professionali richiesti; la possibilità, in via sperimentale (fino all’introduzione di nuove procedure per la definizione dei fabbisogni standard), di operare trasferimenti tra sedi centrali di ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici nazionali, anche in mancanza dell’assenso dell’amministrazione di appartenenza, a condizione che l’amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore a quella dell’amministrazione di provenienza; l’istituzione da parte del Dipartimento della funzione pubblica di un portale per l’incontro tra domanda e offerta di mobilità.

Diventa poi possibile trasferire i dipendenti all’interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra le amministrazioni interessate, in altra amministrazione, in sedi collocate nel territorio dello stesso Comune ovvero a distanza non superiore a 50 chilometri dalla sede cui sono adibiti, anche al di fuori delle comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive con il definitivo superamento della nozione della “medesima unità produttiva“.

Secondo criteri da definirsi con successivo decreto ministeriale – previa intesa, ove necessario, in sede di Conferenza unificata, e previa consultazione con le confederazioni rappresentative – si prevede inoltre che possano realizzarsi passaggi diretti di personale tra amministrazioni anche in assenza di accordo tra queste, quando sia necessario sopperire a carenze di organico per l’esercizio delle funzioni istituzionali. Ma servirà il consenso degli interessati qualora siano dipendenti con figli di età inferiore a tre anni aventi diritto al congedo parentale o assistano persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Per quanto riguarda il personale scolastico, è stato previsto che ai fini della predisposizione di un piano di revisione dell’utilizzo del personale comandato e nelle more della definizione delle procedure di mobilità, sono fatti salvi, anche per l’anno scolastico 2014-2015, i provvedimenti di collocamento fuori ruolo (di cui all’articolo 1, comma 58, della legge 24 dicembre 2012, n. 228).

 

FONTE: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)

AUTORE: Bernardo Diaz

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