permessi-non-goduti-busta-paga-2019Permessi non goduti in busta paga, nel 2019 quali regole? Ecco tutto quello che occorre sapere sull’argomento.


Sono molte le domande dei lavoratori dipendenti che cercano informazioni sui permessi in busta paga, e in particolare sui permessi non goduti. Cosa dice la Legge in merito?

 

Per capire il meccanismo che regola il modo in cui le ferie vengono computate è necessario far riferimento alle disposizioni contingenti riferibili agli accordi nazionali del contratto di lavoro in essere.

 

È il CCNL di riferimento, quindi, a stabilire a quanti giorni di permesso ha diritto il lavoratore durante l’anno. Non tutti i dipendenti però hanno diritto a questo tipo di permesso: la regola generale, infatti, prevede che questi siano riconosciuti solamente a chi lavora con orario full-time.

 

La normativa stabilisce che i permessi non goduti sono un diritto a cui il lavoratore beneficiario non può rinunciare (articolo 36 Costituzione Italiana).

 

Posto che è espressamente vietata la possibilità di monetizzare le ferie e che esse siano da utilizzare entro i 18 mesi dall’inizio dell’anno di maturazione, i giorni di ferie non goduti possono essere indennizzati in due casi particolari:

 

  • qualora intervenga una risoluzione del rapporto di lavoro;
  • nell’ambito di un contratto a termine della durata inferiore a un anno.

 

Qualora i permessi non goduti entro il termine sopraccitato non vengano adeguatamente remunerati, il lavoratore avrà ragione a far valere i propri diritti scrivendo al datore di lavoro una lettera certicata (tramite raccomandata o PEC) in cui chiede la remunerazione dei permessi non goduti.

 

In nessun caso il datore di lavoro può impedire al dipendente di esercitare il suo diritto al riposo psico-fisico.

 

Può anche appallersi a un sindacato o a un legale, qualora la storia vada per le lunghe e non preveda un esito positivo.