Prestito Pensionistico: il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato gli accordi quadro tra ministeri, Abi e Ania corretti, nei loro allegati tecnici, per ottemperare agli ultimi rilievi che aveva sollevato il Garante della privacy.
Il Governo ha firmato ieri in via definitiva gli accordi quadro con banche ed assicurazioni che consentiranno il decollo definitivo dell’Ape volontario. E’ quanto si legge in una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato gli accordi quadro tra ministeri, Abi e Ania corretti, nei loro allegati tecnici, per ottemperare agli ultimi rilievi che aveva sollevato il Garante della privacy sui profili di sicurezza della procedura telematica dei flussi tra Inps, istituti finanziatori e imprese assicuratrici.
Tecnicamente denominato anticipo finanziario a garanzia pensionistica, l’APE è lo strumento attraverso il quale è stata più flessibile l’età pensionabile facendo ricorso al sistema bancario ed assicurativo e si rivolgerà, secondo le stime dello stesso esecutivo, ad una platea potenziale di circa 500mila persone. Il prezzo per accedere al finanziamento assicurato con una polizza assicurativa, rimborsabile con un rateo ventennale una volta acquisita la pensione, verrà fissato nei primi giorni di febbraio secondo quanto prevede l’accordo quadro.
I nodi da sciogliere
Entro la fine del mese di gennaio l’Inps pubblicherà la relativa circolare attuativa che regolerà le modalità di concessione del prestito e le caratteristiche. Molti i nodi da sciogliere. A parte il costo dell’operazione che dovrebbe oscillare tra il 4 ed il 5% per ogni anno di anticipo e delle modalità di riconoscimento della detrazione fiscale statale il Ministero del Lavoro e l’Inps dovranno chiarire le modalità della forma aziendale del prestito (l’ape aziendale) cioè del contributo riconosciuto dalle imprese per sostenere l’uscita dei lavoratori che intendono aderire all’operazione (con una riduzione dei costi per i beneficiari). Da chiarire, come più volte sottolineato su PensioniOggi.it, anche la cumulabilità del prestito con l’Ape sociale (ipotesi indicata dal Governo in occasione della presentazione della misura lo scorso anno) e con gli ammortizzatori sociali (es. Naspi), la possibilità di sommare la contribuzione mista al fine di ragguagliare il requisito contributivo minimo dei 20 anni, la possibilità di versare contributi volontari durante l’erogazione del prestito. Regole e meccanismi complessi che sicuramente necessiteranno di diversi approfondimenti.
L’impressione è, comunque, che entro la fine di febbraio gli interessati potranno produrre domanda di certificazione dei requisiti per accedere al prestito. L’Inps avrà 60 giorni per certificare il possesso dei requisiti indicando anche l’importo minimo e l’importo massimo dell’APE ottenibile, cifra che potrà essere scelta dal lavoratore sulla base delle proprie specifiche esigenze. A quel punto il lavoratore potrà presentare domanda per accedere all’APE producendo, contestualmente, domanda diretta ad ottenere la pensione di vecchiaia da liquidarsi al raggiungimento dei requisiti anagrafici previsti dalla normativa vigente, con l’indicazione dell’istituto bancario ed assicurativo tra quelli che hanno aderito alla convenzione quadro. Teoricamente a quel punto se gli istituti accoglieranno l’istanza del lavoratore e questi non eserciti il diritto di recesso il prestito inizierà a decorrere 30 giorni dopo il perfezionamento del contratto. Dunque tra maggio e giugno se tutto andrà liscio.
Al momento della presentazione della domanda di APE il lavoratore potrà anche chiedere il pregresso maturato dal 1° maggio 2017. Questa facoltà, salvo indicazioni contrarie, potrà essere esercitata solo fino al 18 aprile prossimo, ovvero entro i sei mesi passati dalla pubblicazione in Gazzetta del Dpcm numero 150 (18 ottobre 2017). Dunque qualora si voglia profittare di tale possibilità occorrerà sbrigarsi. Al momento della domanda di APE occorrerà anche indicare subito nella domanda Ape se si è orientati a optare o meno per un finanziamento supplementare, con conseguente maggiorazione dell’importo della rata mensile per restituire il prestito, nel caso in cui (com’è scontato) nel 2019 scatti in avanti di cinque mesi l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. In tal caso il prestito non durerà 43 mesi ma ben 48 mesi con oneri naturalmente più elevati. Qualora non si chieda il finanziamento supplementare il prestito si interromperà cinque mesi prima della pensione di vecchiaia creando un vuoto reddituale tra la fine del prestito e l’andata in pensione.