In tema di pensioni, il Governo è allo studio sull’ipotesi di uscita “mobile” per le donne: vediamo di cosa si tratta.
Tra i temi più spinosi per la Legge di Bilancio 2024 c’è sicuramente quello delle pensioni.
In questa Manovra quasi sicuramente non ci sarà alcun cambiamento drastico per il sistema pensionistico, ma il Governo è allo studio su una misura per uniformare il pensionamento delle lavoratrici a quella dei lavoratori.
Si tratta dell’uscita “mobile”, con la possibilità di anticipare la pensione di uno o due anni, per alcune specifiche categorie.
Vediamo allora nello specifico di cosa si tratta.
Uscita mobile pensioni donne: ecco nel dettaglio
Nelle prossime settimane, in tema di Legge di Bilancio 2024, sarà discusso il tema delle pensioni, sul quale stanno ancora lavorando i tecnici del Governo.
In particolare, si parlerà delle rivalutazioni, le misure per agevolare il cumulo e alcuni ritocchi sul sistema di adeguamento all’aspettativa di vita, che rimarrà bloccato fino al 2026 per tutte le uscite anticipate.
Come sappiamo, saranno perfezionati alcuni requisiti per l’uscita anticipata delle lavoratrici, dopo lo stop di Opzione Donna e la creazione di uno strumento unico di pensionamento per i lavoratori fragili, nel quale sarà assorbito l’Ape Sociale.
Proprio per questo, il Governo è al lavoro per consentire alle donne di accedere all’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia intorno ai 63 anni.
Ma c’è anche la volontà di rendere questa soglia “mobile”, immaginando un eventuale abbassamento dell’età, di uno o due anni, per alcune categorie specifiche.
Un’altra ipotesi è quella di alleggerire l’anzianità contributiva richiesta per le lavoratrici, che potrebbe essere sui 35 anni. Si tratta, però, di un’eventualità meno probabile, perché si vorrebbe rendere mobile solo il fattore anagrafico.
L’indicizzazione all’inflazione
Per quanto riguarda, invece, il meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici, ci sono più certezze.
Sembra essere confermata l’indicizzazione all’inflazione al 100% per i trattamenti quattro volte il minimo Inps.
Potrebbero, però, esserci dei cambiamenti per i trattamenti che vanno dalle 4 alle 5 volte il minimo, con un aumento dell’indicizzazione dall’85% al 90% e per quelli della fascia più ricca (ovvero 10 volte il minimo), con un abbassamento dal 32% al 22%.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it