pensione-di-cittadinanza-requisitiNel contratto di Governo c’è la pensione di cittadinanza: quali requisiti? A chi spetta? Con questo strumento si potrebbe fare in modo che nessun pensionato si trovi a vivere in condizioni di povertà.


Accanto al reddito di cittadinanza e alle nuove misure previste per superare la riforma delle pensioni dell’ex ministro Fornero, il governo ha dichiarato di voler introdurre la pensione di cittadinanza.  Ma come funziona?

 

Pensione di Cittadinanza: che cos’è?

 

La soglia di povertà stabilita dall’Istat, ossia 780 euro, sarà la quota da raggiungere con l’aiuto della pensione di cittadinanza. Per fare un semplice esempio, se un pensionato percepisce un assegno di 500 euro mensili, che non gli permette di vivere una vita dignitosa, avrà diritto ad un incremento di 280 euro, in modo da poter arrivare ai 780 euro sopracitati. Una cifra che dovrebbe aumentare in base al numero di familiari a carico. Sempre facendo un esempio, per una coppia, la soglia da raggiungere non è più 780 euro, ma 1.170.

 

Requisiti

 

In breve:

 

  • la pensione di cittadinanza fa parte dello stesso provvedimento del movimento 5 stelle che intende introdurre il reddito di cittadinanza. Il primo intende difendere i diritti dei pensionati più poveri, il secondo invece intende aiutare i lavoratori con un reddito molto basso;
  • serve per aiutare i pensionati che vivono sotto la soglia di povertà a vivere in maniera più dignitosa.

 

Pertanto i requisti minimi, secondo le ipotesi, concernono i seguenti casi:

 

  • è necessario avere una pensione inferiore alla soglia di povertà, stimata in 780 euro netti al mese;
  • serve ad integrare l’assegno pensionistico del singolo pensionato che riceve un trattamento previdenziale inferiore a 780 euro.
  • spetta a chi è già in pensione.

 

Quali sono le risorse necessarie?

 

Le risorse necessarie a finanziare la pensione di cittadinanza dovrebbero essere attinte dal Fondo Sociale Europeo (FSE), applicando il provvedimento A8-0292/2017 approvato dal Parlamento europeo che garantirebbe l’utilizzo del 20% della dotazione complessiva. L’Italia è al momento l’unico Paese dell’UE insieme alla Grecia a non aver ancora adottato uno strumento simile per il contrasto alla povertà.