E’ stato pubblicato il decreto che consentirà ai lavoratori a tempo indeterminato di optare per il part-time in attesa di raggiungere l’età pensionabile.
Via libera al Part Time agevolato per gli ultra 63enni. E’ stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale il decreto già approvato dal ministero del Lavoro a metà aprile. Decolla quindi la misura che consentirà ai lavoratori dipendenti del settore privato a tempo indeterminato, a seguito di un accordo con il datore di lavoro, di attivare su base volontaria il part-time con una riduzione dell’orario di lavoro tra il 40 ed il 60% dell’orario pieno.
Per accedere al beneficio, si legge nel decreto, il lavoratore interessato deve richiedere all’Inps, per via telematica se è in possesso del Pin, o rivolgendosi ad un patronato oppure recandosi presso uno sportello dell’Istituto, la certificazione che attesta il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Dopo il rilascio della certificazione da parte dell’Inps, il lavoratore ed il datore stipulano un ‘contratto di lavoro a tempo parziale agevolato‘ nel quale viene indicata la misura della riduzione di orario. La durata del contratto è pari al periodo che intercorre tra la data di accesso al beneficio e la data di maturazione, da parte del lavoratore, dell’età per il diritto alla pensione di vecchiaia. Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio, in cinque giorni, del nulla osta da parte della Direzione territoriale del lavoro e, da ultimo, il rilascio in cinque giorni dell’autorizzazione conclusiva da parte dell’Inps.
In particolare il datore di lavoro, acquisito il provvedimento di autorizzazione della DTL o trascorsi inutilmente i cinque giorni lavorativi dovrà trasmettere istanza telematica all’INPS, contenente il dato identificativo della certificazione al diritto già ricevuto dall’Inps nonché le informazioni relative al contratto di lavoro e le informazioni necessarie ad operare la stima dell’onere del beneficio figurativo da riconoscere sulla pensione. Entro cinque giorni lavorativi decorrenti dalla ricezione dell’istanza telematica l’Inps dovrà comunicare al datore l’accoglimento definitivo o il rigetto dell’istanza. La concessione del beneficio, infatti, è legata alla capienza delle risorse stanziate dal Governo (pari ad un massimo di 60 milioni di euro per il 2016, 120 mln per il 2017 e 60 mln per il 2018). Qualora dal monitoraggio delle domande di accesso comunicate dalle imprese e dai relativi oneri corrispondenti al riconoscimento della contribuzione figurativa valutati anche in via prospettica, risulti superato, anche per una sola annualità, il limite delle risorse, l’INPS dovrà respingere le domande di accesso al beneficio per esaurimento delle risorse finanziarie riferite a quello specifico anno.
Il Part-Time conviene soprattutto al lavoratore
L’opzione part time per gli ultimi tre anni di lavoro conviene soprattutto al dipendente che potrà, in questo modo contare su una retribuzione netta con il part-time pari a circa due terzi della somma che avrebbe percepito con il lavoro pieno per gli anni che lo separano dalla quiescenza. Ad esempio un lavoratore che passasse al part-time al 50% partendo da uno stipendio base di 2mila euro lordi (circa 1.400 euro netti al mese) vedrà corrispondersi in busta paga una quota aggiuntiva di circa 250 euro, completamente esentasse, che si aggiungerà allo stipendio ridotto per effetto del part-time. In totale, considerando l’effetto fiscale, il lavoratore potrebbe arrivare a percepire oltre 1.000 euro netti a fronte, però, del dimezzamento dell’orario di lavoro. Sino alla pensione di vecchiaia.
Inoltre, una volta arrivato alla pensione, questi riceverà comunque un assegno pensionistico come se avesse lavorato fino alla fine a tempo pieno. Senza penalizzazioni sulla pensione dovute ad un calo della contribuzione. Meno evidenti i vantaggi per il datore di lavoro che, pur dimezzando la retribuzione da pagare, dovrà corrispondere la quota contributiva nella misura piena aumentando in questo modo il costo del lavoro su base oraria. Un effetto che potrebbe scoraggiare il decollo della misura soprattutto nelle piccole e medie imprese.