Situazioni di parità di voti nel consiglio comunale: il Ministero dell’Interno ha emesso un parere in risposta a una richiesta del segretario di un comune in merito al quorum deliberativo.
La questione verte sulla possibilità di apportare modifiche al regolamento del consiglio, consentendo l’approvazione di una deliberazione in caso di parità di voti.
Scopriamo nello specifico qual è stata la decisione del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del ministero.
Parità di voti in consiglio comunale: il parere del Ministero dell’Interno
Secondo quanto dichiarato dal Viminale, l’art.38, comma 2, del d.lgs. n.267/2000 stabilisce che il funzionamento dei consigli, nell’ambito dei principi stabiliti dallo statuto, è disciplinato dal regolamento. Tale regolamento deve indicare il numero dei consiglieri necessari per la validità delle sedute. La legge statale impone un quorum strutturale, richiedendo la presenza di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge all’ente, escludendo il sindaco da tale computo.
Tuttavia, il Ministero sottolinea che l’assenza di limiti nella legge riguardo al quorum funzionale permette agli enti di regolamentare autonomamente questo aspetto. Nella richiesta di chiarimenti, il Viminale ha respinto l’ipotesi di una disposizione regolamentare che consideri approvata una deliberazione in caso di parità di voti. Questa eventualità, secondo il Ministero, entrerebbe in conflitto con il principio di maggioranza che governa il funzionamento degli organi collegiali.
Il principio di maggioranza, definito come la volontà dell’organo collegiale coincidente con la maggioranza dei votanti, è stato ribadito dal TAR Lazio-sez.III con la sentenza n.13157 del 2023. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha confermato questo principio come regola generale di formazione della volontà negli organi collegiali perfetti.
La nota del Ministero dell’Interno sottolinea anche il potere normativo dei comuni, delle province e degli altri enti locali, come previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Tuttavia, questo potere normativo deve essere esercitato nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento. Il d.lgs. n.267/2000 richiama il principio di maggioranza più volte come criterio determinante per la formazione della volontà del consiglio comunale, ribadendo la sua centralità nella gestione degli organi collegiali.
Il testo del parere
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it