bonus 80 euro forze dell ordineRipreso, dopo la pausa estiva, il confronto tra governo e sindacati sul tema dei rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione (attesi da 8 anni). Sono interessati 3,2 milioni di lavoratori. A rischio il bonus da 80 euro: quante risorse occorrono per salvarlo?


Si profila un ostacolo imprevisto sulla strada dei (più volte cancellati e attesi da ormai otto anni) rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti. Come noto, il governo ha stanziato nelle leggi di Stabilità risorse sufficienti per concedere aumenti complessivi a regime per 85 euro medi a lavoratore.

 

Scatterebbe per molti dei dipendenti del pubblico impiego – ben 363 mila di loro, quelli che guadagnano tra i 23 mila e i 26 mila euro annui, concentrati soprattutto nella sanità e negli enti locali – la cancellazione automatica del bonus degli 80 euro concesso a suo tempo dal governo.

 

Nella fascia di reddito annuo tra i 23 e i 26mila euro, che danno diritto al bonus mensile di 80 euro introdotto dal governo Renzi, ci sono circa 363mila dipendenti pubblici; e per garantire loro il salvataggio di questa erogazione – che rischia di essere intaccata dal nuovo Ccnl – sarebbero necessari quasi 200 milioni di euro (compresi gli oneri previdenziali). Le prime stime arrivano dall’Aran.

 

I sindacati hanno chiarito di non essere disponibili a detrarre la restituzione del bonus dallo stanziamento pattuito per l’aumento di stipendio, che dev’essere «non inferiore» a 85 euro medi mensili, come stabilito nell’accordo di novembre. L’accordo del 30 novembre prevede l’assunzione di tutti i precari della Pubblica Amministrazione che abbiano lavorato almeno tre anni negli ultimi otto, anche con contratti non continuativi, e che siano vincitori di concorso. Ma il ministero della Funzione Pubblica non ha ancora completato il “censimento” dei dipendenti che si trovano in questa situazione.

 

Il segretario confederale dell’Ugl Augusto Ghinelli commenta le dichiarazioni dell’Aran in merito alla questione del bonus degli 80 euro a rischio per i dipendenti pubblici.

 

“Nell’accordo dello scorso 30 novembre – spiega – non c’era nessuna traccia del problema del mantenimento del bonus degli 80 euro in favore dei redditi al di sotto dei 26mila euro lordi annui, ovvero quelli di oltre 360mila dipendenti della Pubblica Amministrazione”. “Come avevamo già evidenziato all’epoca – sottolinea Ghinelli -, le risorse per il mantenimento del bonus, 125 milioni di euro secondo l’Aran, andavano previsti prima”.

 

“In una trattativa contrattuale piena di brutti scherzi, aggiunge, “i lavoratori rischiano dunque l’ennesima beffa, perché potrebbero perdere 80 euro netti in cambio dell’aumento contrattuale di 85 euro lordi, ossia poco meno di 60 euro netti”.

 

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