PA, assunzione di persona raccomandata è corruzione. Il parere della Cassazione arriva in merito a un caso specifico che rappresenta un interessante precedente.
Rappresenta reato di corruzione per l’esercizio della funzione l’assunzione di una persona segnalata dal consigliere dell’Autorità di vigilanza dei lavori pubblici che ha fatto approvare una delibera a favore della società. Lo ha precisato la sesta sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 40344 depositata ieri.
I giudici di legittimità hanno accolto il ricorso presentato del Pm contro l’assoluzione del dirigente pubblico che aveva fatto approvare una delibera a favore di una società e subito dopo fatto pressioni sulla stessa società per ottenere l’assunzione di una persona.
Secondo un’interpretazione condivisa dal Collegio, il legislatore con la riscrittura dell’art. 318 cod. pen. non ha inteso rovesciare l’assetto dei rapporti fra le due citate fattispecie di corruzione e quindi anche nel testo vigente la fattispecie prevista dall’art. 318 cod. pen. ha un ambito di operatività residuale rispetto alla fattispecie principale della corruzione propria, ricorrendo in tutte quelle ipotesi in cui il mercimonio della funzione non abbia a oggetto atti contrari ai doveri d’ufficio (Sez. 6, n. 8211 del 11/02/ 2016, Ferrante, Rv. 266510, secondo cui lo stabile asservimento del pubblico ufficiale a interessi personali di terzi, attraverso il sistematico ricorso ad atti contrari ai doveri di ufficio, ancorché non predefiniti, o mediante l’omissione o il ritardo di atti dovuti, integra il reato.
Il reato, dunque, «è possibile a prescindere dal fatto che l’esercizio della funzione assuma carattere legittimo o illegittimo, ne è necessario accertare l’esistenza di un nesso tra la dazione indebita e uno specifico atto dell’ufficio».