Riprenderà nei prossimi giorni in Commissione Lavoro alla Camera del disegno di legge sull’ottava salvaguardia. Prima della pausa estiva la Commissione ha tenuto alcune sedute in sede referente in cui sono state illustrate le proposte di legge presentate dal Partito Democratico (Ac. 3893) e della Lega Nord (Ac. 3991); il primo, assunto come testo base, è stato utilizzato come documento sul quale i deputati hanno potuto presentare numerose proposte emendative. Proposte che tuttavia non sono state ancora vagliate dalla Commissione per espressa indicazione del Governo che ha chiesto di attendere settembre per chiudere la Conferenza dei Servizi Interministeriale con l’accertamento delle risorse effettivamente utilizzate nelle sette procedure di salvaguardia pensionistica.
Cinque i gruppi di lavoratori che potrebbero beneficiare di un’uscita anticipata già illustrati nelle scorse settimane sulle pagine di questo giornale: lavoratori in mobilità, autorizzati ai volontari, cessati dal servizio a seguito di accordi anche con incentivo all’esodo o per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, cessati a tempo determinato e lavoratori che nel 2011 avevano fruito del congedo straordinario di cui all’articolo 42, comma 5 del Dlgs 151/2001 per assistere familiari con gravi disabilità.
Vi rientrano, in particolare, i lavoratori che hanno fruito dell’indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile per effetto di accordi stipulati entro il 2011, cessati dal servizio entro il 2014, che maturano il requisito pensionistico ante fornero entro tre anni dal termine dei predetti ammortizzatori sociali; sono inclusi, a prescindere dalla stipula degli accordi, i lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale, a condizione che siano state attivate entro il 31 dicembre 2011, una precisazione, quest’ultima, volta a superare incertezze interpretative che hanno comportato la bocciatura di migliaia di domande presentate con la settima salvaguardia.
Ammessi anche i lavoratori che avrebbero maturato entro il 2019 il diritto alla pensione con le vecchie regole pensionistiche (ancorchè la decorrenza pensionistica si collochi successivamente a tale data) se in possesso entro il 2011 dell’autorizzazione alla contribuzione volontaria, se avevano nel 2011 assistito, tramite il congedo straordinario biennale, familiari con gravi disabilità o avevano concluso il rapporto di lavoro a seguito di risoluzione unilaterale, tramite accordi (anche con incentivo all’esodo) con il datore di lavoro, o per la scadenza naturale di un contratto a tempo determinato. Per una più puntuale individuazione delle categorie di lavoratori potenziali beneficiarie dell’ottava salvaguardia si rimanda a questo approfondimento.
Tra le correzioni che le opposizioni cercheranno di far passare c’è, in particolare, l’estensione della tutela anche alle quindicenni (che hanno cessato il lavoro prima del 2007 e che, sulla base testo attuale, restano fuori dal beneficio) e ai lavoratori che nel 2011 avevano fatto uso dei permessi mensili retribuiti di cui all’articolo 33, comma 3 della legge 104/1992 per assistere parenti disabili o perchè loro stessi affetti da gravi patologie invalidanti. Modifiche sui cui punta in particolare la Lega Nord per restituire dignità ad un gruppo di lavoratori penalizzati dall’ultima salvaguardia. Dalle opposizioni sono stati depositati emendamenti sulla questione dei quota 96 della scuola e per estendere le disposizioni eccezionali di cui all’articolo 24, comma 15-bis del decreto legge 201/2011 (cioè il pensionamento a 64 anni e 7 mesi) anche ai lavoratori privi di un rapporto di lavoro al 28 dicembre 2011. Ma a ben vedere le possibilità di una ulteriore estensione del perimetro di tutela sono ridotte al lumicino, si apprende da fonti PD vicine alla Commissione Lavoro, sia perchè il testo base adottato è già molto ampio (raccoglie quasi tutte le richieste provenienti dai Comitati), sia per via del prossimo intervento sulla flessibilità in uscita che il Governo ha in cantiere nelle prossime settimane che dovrebbe accogliere almeno in parte le doglianze degli esclusi.