Novità Manovra 2024 tema pensioniIn tema di pensioni, c’è ancora molta confusione con la Manovra 2024, con diverse novità in programma: ecco un recap con le ultime notizie.


Nelle ultime settimane, si è parlato molto delle pensioni, nell’ottica della prossima Legge di Bilancio. Le modifiche apportate e annunciate rendono piuttosto difficile capire quando si potrà andare realmente in pensione, a partire dal 2024.

Rimangono in vigore alcuni anticipi, come l’Ape Sociale e Opzione Donna, ma bisognerà vedere come saranno applicate ai lavoratori in prossimità della pensione.

Vediamo allora le principali novità e una simulazione di come si andrà in pensione.

Novità Manovra 2024 tema pensioni: un riepilogo delle novità

Come annunciato, non ci saranno abbastanza fondi per una riforma delle pensioni nella Manovra 2024, ma ci saranno comunque alcune importanti novità.

Ecco un riepilogo:

  • Quota 103: si potrà andare in pensione a 62 anni di età e 41 anni di contributi;
  • Opzione donna: il requisito anagrafico salirà a 61 anni, mentre il resto rimarrà invariato;
  • Ape sociale: il requisito anagrafico salirà a 63 anni e 5 mesi, mentre il resto rimarrà invariato.

La novità maggiore, però, sarà il ridimensionamento dell’assegno. L’importo potrebbe essere calcolato interamente sul sistema contributivo, anche per gli anni maturati nel retributivo. L’importo, inoltre, non potrà superare, in nessun caso, i 2250 euro mensili, fino al compimento dell’età pensionabile.

Novità Manovra 2024 tema pensioniLa simulazione per la pensione nel 2024

Secondo una recente simulazione, i soggetti con almeno un contributo versato al 31 dicembre 1995 potranno andare in pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi, sia uomini che donne.

Chi ha una contribuzione solo dopo il 31 dicembre 1995 (“contributi puri”), potrà accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei requisiti (67 anni di età e 20 anni di contributi), senza dover raggiungere l’importo minimo previsto di 1,5 ma solamente pari all’assegno sociale.

Per chi ha i contributi puri, sarà possibile anticipare l’uscita a 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto che l’importo della pensione sia pari a 3 volte l’importo minimo (ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli).

Potranno usufruire della pensione anticipata anche i soggetti con 41 anni di contributi, con almeno un anno di contribuzione (anche non continuativo) maturato prima del compimento dei 19 anni. Ma i soggetti dovranno rientrare in particolari categorie, come i caregiver, disoccupati, lavoratori con mansioni “gravose” o quelli con ridotta capacità lavorativa di almeno il 74%.

L’anticipo è previsto anche per i soggetti con lavoratori usuranti (palombari, lavoratori in cava, miniera o galleria, lavoratori subordinati notturni, lavoratori della linea “catena”, conducenti del servizio pubblico). Per loro varrà quota 97,6, ovvero 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it