Tra le diverse riforme del programma di bilancio, potrebbero esserci novità anche per le carriere nella Pa, includendo la possibilità di diventare dirigenti, anche senza concorso.
Nel Piano strutturale di bilancio, in uscita prossima settimana, saranno presenti delle riforme pensate per far ottenere all’Italia l’allungamento, da quattro a sette anni, del percorso di aggiustamento dei conti.
Un ruolo importante lo avrà la Pubblica amministrazione e saranno due i temi centrali: la rivalutazione delle carriere, con la possibilità di attribuire posizioni dirigenziali sulla base di valutazioni professionali (e non più solo mediante concorsi) e un rafforzamento delle competenze tecnologiche e digitali della Pa.
Si tratta di un ambizioso progetto di riforma della Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di renderla più attrattiva ed efficiente.
Ecco di cosa si tratta
Novità carriere Pa: l’alternativa ai concorsi per i dirigenti
La proposta, sostenuta dal Ministro per la PA Paolo Zangrillo, prevede di affiancare ai concorsi un nuovo meccanismo di avanzamento professionale basato sulla valutazione delle competenze e dei risultati ottenuti. L’obiettivo è superare un sistema giudicato troppo rigido e poco incentivante, che spesso penalizza i profili più qualificati e spinge i migliori talenti verso il settore privato.
Il nuovo sistema permetterebbe di valorizzare le diverse competenze dei dipendenti pubblici, favorendo la mobilità interna e l’assegnazione di incarichi sulla base delle effettive capacità.
In questo modo, si premierebbero le performance individuali, si stimolerebbe la motivazione dei dipendenti e si migliorerebbe la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.
Il Ministro, infatti, ha detto numerose volte:
“Se per fare carriera devo sempre e solo passare un concorso, sono incentivato a studiare di più che a raggiungere gli obiettivi che l’amministrazione dà”.
Con le novità da apportare, si otterrebbe un sistema di carriera più dinamico e meritocratico, che potrebbe rendere la PA più attrattiva per i giovani e per i professionisti qualificati.
Novità carriere Pa: quali saranno le sfide da affrontare?
La riforma si presenta come una sfida complessa, che richiede di superare diversi ostacoli.
In primis, c’è l’art.97 della Costituzione, che prevede che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”. L’articolo si rivolge, ovviamente, anche ai ruoli dirigenziali.
Ma, sempre nell’articolo, si dice che l’obbligo di concorso può trovare eccezioni “nei casi stabiliti dalla legge”, come, ad esempio, nel caso di prefetti e diplomatici. In questi casi, il concorso serve ad accedere alla carriera, che poi si sviluppa mediante valutazioni individuali.
Inoltre, la nuova proposta potrebbe incontrare delle resistenze interne, da parte di alcune categorie di dipendenti pubblici, preoccupati per la propria posizione e i possibili cambiamenti organizzativi.
Nonostante le difficoltà, la riforma della PA rappresenterebbe un passo fondamentale per rendere l’amministrazione pubblica più efficiente, moderna e al servizio dei cittadini. La valorizzazione delle competenze e delle performance individuali è un elemento chiave per raggiungere questo obiettivo.
Purtroppo già ora gli avanzamenti di carriera che avvengono su valutazione molto spesso non tengono affatto conto di capacità e merito. Ci manca che certe persone arrivino alla Dirigenza in questo modo, e stiamo freschi! Ci deve essere più controllo sui Dirigenti da parte di organi esterni all’Ente e non pagati dall’Ente stesso.
concordo!!! altro che merito! altro che efficienza!! accoliti, lecchini ed altri pronti ad ingrossare le fila dei dirigenti …. che belle prospettive
Tutta una cornice per celare maldestramente la volontà di fare diventare dirigenti un po’ dei soliti accoliti e amici degli amici.
Concordo
Certo così le lobby aumenteranno ed i figli di nessuno che oggi hanno il concorso come baluardo di un sistema democratico. Dovranno andare all’estero a lavorare.
Ricordo che già attraverso il 110 tuel oggi molti dirigenti hanno l,’incarico dirigenziale senza essere dirigenti.
Esatto, meritocrazia genealogica o affiliativa
Il sistema NON funziona ora proprio perché non ci sono i concorsi per dirigente (parlo degli enti locali). In tutti i comuni i dirigenti non hanno vinto un concorso ma hanno un incarico fiduciario (quindi sono anche schiavi della politica).
Come se poi,una volta assunti,non si diventasse schiavi della politica. Per fortuna non è sempre così. Evidentemente chi parla contro questa riforma non conosce bene il mondo degli enti locali
” quis custodiet custodes ?” . Immagino le pastette fatte dai dirigenti verso chi è” “simpatico” e si presta al servilidmo e al vassallaggio. ! Bidognerrbbe , invece , dttingere i freni sui driigenti che ” non hanno l’obbligo di presenza” e il cui operato si valuta ” in base ai tidultati ottenuti” . Ms i ” risultati” chi li realizza se non i ” soliti portatori d’acqua” cioè i ” subordinati” ?
Chi è già nella PA e ha già superato un concorso deve avere la possibilità di fare un percorso di carriera completo. Oggi un funzionario, laureato con anni e anni di esperienza non può andare oltre. A 50 anni uno non dovrebbe essere trattato come uno scolaretto. E i dirigenti dovrebbero essere scelti rispetto all’ esperienza e a capacità organizzative, gestione risorse umane e conflitti… Sapersi prendere delle responsabilità. Oggi le selezioni sono tutte imperniate sulla conoscenza a memoria delle normative, abbiamo dirigenti che non sanno usare il computer, non sanno le lingue..