Innovare le istituzioni pubbliche della conoscenza dando valore al lavoro. La FLC CGIL presenta le piattaforme per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali.
Anche nei settori pubblici della conoscenza, come in tutti gli altri settori dell’Amministrazione pubblica, si rende necessario riaffermare il valore generale, di pubblica utilità, del contratto collettivo di lavoro bloccato dal 2007 per la parte normativa e dal 2010 per la parte economica. È ormai chiaro che la ripresa economica non è ostacolata dal rinnovo dei contratti; semmai il mancato rinnovo dei contratti contribuisce a ostacolare la ripresa, in quanto aggrava la crisi dei consumi.
Il contratto è un potente strumento di innovazione e di promozione dei cambiamenti. Ridare valore al lavoro, aumentare la democrazia e la condivisione delle scelte che ogni giorno si attuano in scuola, università, istituti di alta formazione e enti di ricerca pubblici rappresenta il cuore delle nostre proposte.
Il rinnovo del contratto ci consentirà di cancellare le norme Brunetta e di dare un ruolo più forte alle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU).
Il rinnovo dei contratti di lavoro non è più rinviabile e costituisce per noi una priorità. Negli ultimi numeri de il giornale della effelleci abbiamo presentato le piattaforme contrattuali nei comparti pubblici della conoscenza che contengono le proposte della FLC CGIL per il rinnovo dei contratti. Piattaforme costruite dal basso in migliaia di assemblee con le categorie e aperte al contributo dei lavoratori che continueremo a raccogliere in occasione della campagna per il rinnovo delle RSU. In particolare, nel numero 8 vengono illustrate le piattaforme per la scuola statale e per la dirigenza scolastica; nel numero 9 quelle per l’università e l’alta formazione artistica e musicale e, infine, nel numero 10 quella per la ricerca.
intanto, la FLC CGIL insieme alla CISL e alla UIL sarà in presidio al Ministero dell’ istruzione il 17 febbraio, alle ore 15 per rivendicare il diritto alla stabilizzazione dei precari che a vario titolo ne posseggono i requisiti.
La Scuola pubblica in questi anni ha avuto bisogno, e continua ad averlo, del lavoro dei precari che hanno consentito con il loro impegno professionale il regolare svolgimento delle lezioni, come ha sancito anche la sentenza della Corte europea. I docenti delle GAE dal 2007 aspettano la loro chiusura, come recita la legge di bilancio di quell’anno. Peccato che i tagli agli organici della Gelmini abbiano interrotto quel processo.
In questi ultimi anni sono stati espletati bandi per i TFA, i PAS, sulla base di numeri stabiliti dal Ministero ed autorizzati dalla Corte dei Conti. Vuol dire che di quel personale e della loro costosa abilitazione lo Stato ha bisogno, come ha bisogno di coloro che sono nelle GAE o hanno vinto il concorso e non riescono a trovare la loro cattedra e anche dei docenti di terza fascia che, con la copertura delle supplenze brevi consentono la continuità del diritto allo studio. Anche per il personale ATA, nonostante il taglio di ulteriori 2020 posti, è necessario procedere alla stabilizzazione di tutti coloro che ne hanno titolo.
Perché allora il Governo non pensa a un piano concordato con le Organizzazioni Sindacali che dia risposte alle aspettative dei precari.
Forse perché nelle linee guida della Buona Scuola non c’è l’idea di una scuola giusta, una scuola che investa in un organico funzionale al successo scolastico di tutti gli alunni, funzionale alla lotta alla dispersione scolastica così diffusa al sud, funzionale alla generalizzazione della scuola dell’infanzia, funzionale ai tempi distesi dell’apprendimento per ogni età.
Sul versante posizioni economiche, lunedì 2 febbraio 2015 alle ore 15.30 si è svolto l’incontro al MIUR riguardante il chiarimento del MEF circa il mancato ripristino, a partire dal cedolino di gennaio 2015, delle posizioni economiche sospese e di quelle ancora non liquidate. Infatti, considerato che la Legge di Stabilità 2015 non ha rinnovato il blocco, il loro pagamento avrebbe dovuto essere automatico.
Secondo la “fantasiosa” tesi del Ministero dell’Economia, contenuta nella nota n. 1230 del 27 gennaio 2015, il loro ripristino decorrerebbe dall’a.s. 2015/2016, presumibilmente in analogia con la decorrenza del blocco. In conclusione, a parere del MEF poiché il blocco è partito dal 1 settembre 2011, anche il loro ripristino dovrebbe ripartire dal 1 settembre 2015, considerando l’anno scolastico e non l’anno finanziario.
Il MIUR ci ha informati che risponderà a breve alla nota del Ministero dell’Economia e che, data la Legge di Stabilità, anche per loro il pagamento dell’emolumento deve ripartire da gennaio 2015.
Per la FLC CGIL è stato tolto il vincolo dalla legge di Stabilità e il MEF non può dare lettura della norma, che è chiara e indiscutibile: le posizioni ripartono dal 1 gennaio 2015!
Abbiamo, inoltre, incalzato l’Amministrazione a portare avanti in tempi brevi gli altri aspetti della questione. Abbiamo, infatti, ribadito che è oltremodo urgente che il Ministero risolva il pagamento delle posizioni finora non liquidate, giacché nelle scuole le attività sono in corso e non possono essere interrotte (soprattutto per gli alunni disabili).
Al momento, il MIUR attenderebbe l’esito delle rilevazioni per verificare, incrociando i dati alla mano (pensionamenti e conseguenti surroghe dal 1 settembre 2011, elenchi con i decreti di attribuzione giuridica delle posizioni, quante posizioni sono state effettivamente pagate da NoiPA), se c’è un’apertura da parte del MEF.
Infine per l’attribuzione di nuove posizioni economiche l’Amministrazione attende la verifica sui fondi per la formazione prima di avviare una nuova intesa.
In conclusione, sulla questione nomine, l’incontro al Ministero dell’Istruzione convocato per martedì 3 febbraio 2015 alle ore 10 è stata l’occasione per conoscere nel dettaglio le modalità operative, i numeri e la tempistica per la stabilizzazione del personale amministrativo tecnico ed EP1 prevista dall’art. 19 della Legge 128/2013 e dal DPR 6 novembre 2014 – GU n. 9 del 13 gennaio 2015.
Il Ministero procederà dalla prossima settimana a proporre la sottoscrizione dei contratti ai Direttori di Ragioneria – EP1 -: n. 23 dal 1 novembre 2013 e n. 10 dal 1 novembre 2014.
In successione, procederanno a nominare n. 3 collaboratori, n. 42 assistenti amministrativi e 16 coadiutori.
In questi giorni stanno sciogliendo i numerosi dubbi e le problematiche inerenti alla formalizzazione dei contratti sia per quanto riguarda la stabilizzazione dei lavoratori nelle loro attuali sedi di servizio, sia per quanto riguarda l’individuazione del “datore di lavoro” (MIUR o Presidente) che ha la competenza di proporre/sottoscrivere il contratto a tempo indeterminato. Si tratta comunque di formalità residuali che non produrranno ulteriori ritardi visto che la procedura e l’individuazione dei destinatari è pressochè completata. Nei prossimi giorni saremo in grado di acquisire le ultime informazioni.
Purtroppo la “novità” introdotta all’art. 1 comma 2 del suddetto DPR ci ha lasciato molto perplessi e solo ora comincia a profilarsi il vero danno che dovremo far sì che rimanga episodio unico e irripetibile.
Il DPR in bozza portato nel 2014 al tavolo del confronto sindacale, mai aveva affrontato quel problema e mai era stato ventilato che la prevista stabilizzazione sancita dalla Legge 128/13 sarebbe stata “accompagnata” da un necessario risparmio ulteriore.
Nel corso della riunione di oggi, più volte e con molta determinazione, abbiamo protestato contro tale norma perché il risparmio l’AFAM l’aveva già abbondantemente documentato.
Infatti, sia con la minor spesa per effetto del turn over, sia per l’impossibilità di assumere i direttori amministrativi, avevamo dimostrato in più occasioni che l’immissione in ruolo su organici bloccati al 1999 aveva comportato per il comparto dell’AFAM un significativo risparmio anche in presenza di una possibile immissione in ruolo di tutti i precari.
Con i chiarimenti di oggi, invece, comincia ad insinuarsi concretamente la determinazione da parte dell’Amministrazione di riconsiderare la dotazione organica e, visto il chiarimento fornito, non certamente in termini di apertura. Infatti. Il suddetto comma 2 sta a significare che con il prossimo 1 novembre non si potranno nominare, nemmeno a tempo determinato, 16 coadiutori e 1 direttore amministrativo – ma per quest’ultima situazione non sarà un problema visto che vi sono ben 22 posti scoperti e l’impossibilità di bandire concorsi e di stipulare contratti!
In definitiva possiamo ritenerci soddisfatti per avere incessantemente proposto e preteso le immissioni in ruolo che sono un giusto riconoscimento dei diritti acquisiti. Ma non siamo affatto “sereni” per il futuro prossimo!
Nulla è stato ancora definito per la nomina in ruolo dei docenti ex Legge 143 e il Direttore Generale dott. Livon ci ha rassicurato che è pronta la richiesta con la scheda tecnica che a breve sarà inviata ai Ministeri competenti. Prossimamente saranno comunicati i dati e la tempistica. Nel merito a questa problematica, non dovrebbero esserci sorprese, sappiamo già che le nomine saranno corrispondenti al turn over, che il Ministero ha già anticipato gli interpelli con le modalità del passato anno in relazione alle disponibilità censite il 1 novembre 2014 (data della decorrenza giuridica della nomina) e che la copertura legislativa arriva fino all’anno accademico 2015/2016.
Nonostante non fosse previsto all’ordine del giorno, come FLC abbiamo protestato con forza circa la mancata risposta alla emergenza “Pergolesi”, stigmatizzato il fatto che il Ministro non abbia ancora assunto alcuna determinazione.
Ci è stato risposto che la situazione è al vaglio dell’Amministrazione e che a breve avremo risposte in merito.
Infine, ma non ultima per importanza, abbiamo manifestato tutto il nostro disappunto per quanto riguarda la “scelta politica” operata dal Governo di ridurre a poche briciole il fondo per il funzionamento: taglio netto del 50% rispetto al 2014, ovvero per tutte le istituzioni AFAM il fondo per il funzionamento amministrativo e didattico sarà di 4,7 mln! E poi non va dimenticato che dal 2015 le Province non saranno più soggetti tenuti a contribuire le suddette istituzioni.
Con quale credibilità il Ministero può sostenere che vi è attenzione per l’AFAM, che è un comparto necessario e determinate per la formazione e la cultura del nostro Paese e poi non gli viene garantito nemmeno di poter accendere la luce?
In attesa di risposta, di fatti.
FONTE: FLC CGIL – Federazione Lavoratori della Conoscenza, Confederazione Generale Italiana del Lavoro