Multe parole inglesi pubblica amministrazioneArriva la proposta di Fratelli d’Italia che prevede multe per chi usa parole inglesi nella pubblica amministrazione: ecco di cosa si tratta.


Multe parole inglesi pubblica amministrazione: la lingua italiana è in continua evoluzione e, nel corso degli anni, sono stati introdotti diversi forestierismi (parole prese da una lingua straniera), specialmente anglicismi.

Si tratta di un dibattito di lunga data, sul quale è intervenuta anche l’Accademia della Crusca, ma anche diversi linguisti, che si dividono tra chi vuole preservare la “purezza” della lingua italiana e chi, invece, trova inevitabile l’utilizzo di termini stranieri, soprattutto per introdurre nuovi fenomeni (specialmente tecnologici).

Sul tema, arriva la proposta di Fratelli d’Italia, per la “salvaguardia nazionale e di difesa identitaria”, che prevedrebbe multe fino a 100mila euro, per chi utilizza parole inglesi nella pubblica amministrazione.

Vediamo la situazione nel dettaglio.

Multe per parole inglesi nella pubblica amministrazione: la proposta di Fratelli d’Italia

La proposta di legge, a prima firma di Fabio Rampelli (deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera) evidenzia come, dal 2000 ad oggi, il numero delle parole inglesi, confluite nella lingua italiana scritta, sia aumentato del 733%.

Nel dizionario della Treccani, su 800’000 parole in lingua italiana, quasi 9000 sarebbero anglicismi.
E c’è chi reputa “non più ammissibile che si utilizzino termini stranieri, la cui corrispondenza italiana esiste ed è pienamente esaustiva”.

La proposta di legge prevede:

  • L’utilizzo obbligatorio della lingua italiana, per la fruizione di beni e servizi;
  • L’imposizione di trasmettere qualsiasi comunicazione pubblica in italiano;
  • Obbligo di utilizzare strumenti di traduzione o interpreti per ogni manifestazione o conferenza che si svolga sul territorio del Paese;
  • Divieto di utilizzare sigle o denominazioni stranieri per ruoli in azienda, a meno che non possano essere tradotte;
  • Utilizzo della lingua italiana nei contratti di lavoro;
  • A scuola e nelle università, previsti corsi in lingua straniera solo se giustificati dalla presenza di studenti stranieri.

Per chi viola le regole, sarebbero previste sanzioni amministrative da 5000 a 10’000 euro.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it