La Corte di Cassazione, tramite la sentenza numero 19613/2024, ha fornito alcune indicazioni risolvendo una controversia riguardante il rapporto tra la mobilità dei dipendenti pubblici e il relativo inquadramento economico.


In particolare i giudici si sono pronunciati su una controversia che riguardava l’inquadramento di alcuni dipendenti pubblici trasferiti da un ente all’altro.

Tre dipendenti, trasferiti da enti locali alla Presidenza del Consiglio dei ministri, avevano contestato il loro nuovo inquadramento, ritenendo di avere diritto a un livello economico più alto. Secondo i lavoratori, l’Amministrazione non aveva tenuto conto delle progressioni di carriera e di altri benefit acquisiti nel precedente impiego.

Gli impiegati quindi avevano fatto ricorso alla giustizia, ritenendo di meritare un livello economico più alto in base ai loro precedenti successi professionali, e contestando il fatto che questi non fossero stati considerati nel nuovo inquadramento.

Le progressioni di carriera maturate

Quando si parla di progressioni di carriera maturate, si intende il percorso di crescita professionale che un dipendente ha compiuto nel corso del suo impiego presso un ente. Questo percorso è solitamente segnato da:

  • aumenti di livello: il dipendente passa da un livello più basso a uno più alto all’interno della scala stipendiale, acquisendo maggiori responsabilità e competenze.
  • acquisto di nuove qualifiche: il dipendente ottiene certificazioni o titoli di studio che lo rendono più qualificato per svolgere determinate mansioni.
  • valutazioni positive: le valutazioni periodiche del suo lavoro riconoscono le sue capacità e il suo contributo all’ente.

L’inquadramento

L’inquadramento di un dipendente pubblico è un processo fondamentale che definisce la sua posizione all’interno dell’amministrazione ed evidenzia una serie di elementi determinanti per il rapporto di lavoro, tra cui:

  • categoria e livello: ogni dipendente viene assegnato a una specifica categoria (es. amministrativo, tecnico, sanitario) e a un livello (es. C1, C2, D3, ecc.) all’interno di quella categoria. Questa collocazione dipende dalle competenze, dalle responsabilità e dalle mansioni svolte;
  • stipendio base: lo stipendio base è la componente retributiva fondamentale e viene determinata in base alla categoria e al livello di inquadramento;
  • diritti e benefici: l’inquadramento determina anche i diritti e i benefici a cui il dipendente ha accesso, come ferie, permessi, possibilità di progressioni di carriera e altro;
  • mansioni: l’inquadramento definisce, in linea generale, le mansioni che il dipendente è tenuto a svolgere.

Le indicazioni della Cassazione sul rapporto tra mobilità dei dipendenti pubblici e inquadramento economico

La Corte di Cassazione ha stabilito che queste progressioni rappresentano un diritto acquisito dal dipendente e devono essere tutelate anche in caso di trasferimento. In altre parole, un dipendente che ha dimostrato di essere competente e affidabile nel suo precedente impiego non può vedersi “azzerato” questo percorso quando cambia ente.

Tuttavia in questo discorso subentra anche un’altra variante: la RIA (retribuzione individuale di anzianità), la quale rappresenta una componente della retribuzione che aumenta in base all’anzianità di servizio.

In questo senso la Suprema Corte ha ha stabilito che questa indennità non deve essere necessariamente considerata ai fini del nuovo inquadramento per diversi motivi:

  • natura della RIA: la RIA è legata specificamente all’ente di provenienza e non è sempre trasferibile ad altri enti;
  • criteri di inquadramento: i criteri per l’inquadramento in un nuovo ente possono variare e non sempre tengono conto di questa retribuzione;
  • scopo della RIA: il suo obiettivo principale è premiare l’anzianità di servizio presso un determinato ente, non di garantire un livello retributivo superiore in caso di trasferimento.

In sintesi la decisione ha importanti implicazioni per tutti i dipendenti pubblici che si trovano a dover affrontare un trasferimento. La sentenza offre infatti un punto di riferimento chiaro per determinare il corretto inquadramento in questi casi e potrebbe contribuire a ridurre il contenzioso in materia.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.