manovra-2020-limite-contantiPer l’UPI (Unione Province d’Italia), in merito alla Manovra 2024, è “incoerente parlare di riforma delle Province con questi tagli. Ripercussioni pesanti sui servizi ai cittadini”.


Questo Governo e tutte le forze politiche che lo rappresentano in Parlamento hanno sottolineato, sin dall’inizio della legislatura, l’urgenza di restituire alle Province funzioni, personale e risorse, per assicurare ai cittadini, soprattutto quelli che vivono nelle aree deboli del Paese, servizi efficienti, strade, ponti e collegamenti moderni, scuole superiori sicure e in grado di sostenere la crescita intellettuale e sociale degli studenti italiani. Un indirizzo politico che è del tutto incoerente con la scelta operata in questa manovra di tagliare 50 milioni di euro a Province e Città metropolitane dal 2024 al 2028. Fare cassa sui territori non potrà che aggiungere nuove tensioni a quelle che già si fanno sentire nel Paese e avrà pesanti ripercussioni sui servizi ai cittadini”.

Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale, sottolineando come “questi ennesimi tagli si aggiungono a quelli già previsti nelle manovre precedenti, 150 milioni per il triennio 2023 – 2025, e incidono sui bilanci già fortemente compromessi, come attestato dalla Commissione Tecnica del Ministero dell’Economia e del Ministero dell’Interno, che ha individuato in 842 milioni lo squilibrio attestato tra capacità fiscale contributo alla finanza pubblica delle Province e il fabbisogno di spesa per l’esercizio delle funzioni fondamentali. Tra l’altro questi tagli impediscono alle Province di assumere personale specializzato proprio mentre siamo impegnati nell’attuazione del PNRR”.

Il Governo penalizzando Comuni, Province e Città metropolitane – conclude de Pascale – non fa altro che agire a danno dei servizi e dei diritti dei cittadini che sono garantiti dagli enti locali.

 


Fonte: UPI - Unione Province d'Italia