In caso di mancato versamento dei contributi Inps cosa succederà nel 2019? Vediamo quali saranno le novità per i dipendenti pubblici e i datori di lavoro.
Ancora nessuna prescrizione. Dal 1° gennaio 2019 i pubblici dipendenti potranno continuare a sistemare la loro posizione contributiva senza incorrere in alcuna conseguenza prescrittiva sul diritto al riconoscimento previdenziale dei periodi di lavoro presso la pubblica amministrazione.
Le novità introdotte dalla circolare INPS n. 169 del 15 novembre 2017 riguardano le amministrazioni pubbliche che verranno assoggettate alla stessa disciplina prevista per il lavoro privato in materia di prescrizione quinquennale dell’omesso pagamento dei contributi previdenziali.
Infatti, a partire dal 1° gennaio 2019, il datore di lavoro pubblico non potrà più regolarizzare i versamenti dei contributi mancanti e prescritti secondo la prassi in uso. Dovrà sostenere un onere uguale alla rendita vitalizia in vigore nelle gestioni private dell’INPS.
Un’eccezione riguarda unicamente gli insegnanti delle scuole primarie paritarie, gli insegnanti degli asili eretti in enti morali e delle scuole dell’infanzia comunali.
Questi lavoratori sono iscritti alla Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), e nell’ipotesi di prescrizione dei contributi, il datore di lavoro può sostenere l’onere della rendita vitalizia, ma nel caso in cui non vi provveda, è direttamente il lavoratore che dovrà pagare il detto onere per vedersi valorizzato il periodo sulla posizione assicurativa.
Come fare per verificare la situazione contributiva
I lavoratori dipendenti pubblici che vogliono verificare la propria situazione contributiva, possono accedere al sito istituzionale, tramite PIN, all’estratto conto personale e verificarne la correttezza.
In caso di contributi mancanti, gli assegni previdenziali saranno calcolati tenendo conto anche di questi e i relativi oneri saranno addebitati alle singole amministrazioni datrici di lavoro e non all’Inps.
In caso di lacune e/o incongruenze è possibile richiedere la variazione della posizione assicurativa.
Per verificare la propria posizione assicurativa è possibile accedere, tramite PIN, all’estratto conto e verificarne la correttezza. In caso riscontrassero lacune o incongruenze, possono chiedere la variazione RVPA.
Se i contributi mancanti risalgono a meno di cinque anni prima del controllo è possibile regolarizzare la situazione tramite domanda online RVPA, cioè Richiesta Variazione Posizione Assicurativa. Dopo cinque anni invece interviene la prescrizione.
L’unica eccezione è costituita dagli iscritti alla Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), ossia gli insegnanti delle scuole primarie paritarie (pubbliche e private), gli insegnanti degli asili eretti in enti morali e delle scuole dell’infanzia comunali (non rientrano in questa categoria, invece, i docenti MIUR).
Per questi lavoratori, nell’ipotesi di prescrizione dei contributi, il datore di lavoro può sostenere l’onere della rendita vitalizia; nel caso in cui non vi provveda, il lavoratore dovrà pagare tale onere per vedersi valorizzato il periodo sulla posizione assicurativa.
Per i docenti iscritti alla CPI, infatti, in caso di prescrizione dei contributi, il datore di lavoro non ha l’obbligo di sostenere la rendita vitalizia.
Nel caso di mancato versamento e nel caso in cui il datore di lavoro non provveda, l’onere del riscatto dei contributi mancati ricadrà sul lavoratore stesso per i contributi caduti in prescrizione dal 1 gennaio 2019.