Vediamo se è possibile il licenziamento di un dipendente, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi: ecco cosa dice la Cassazione.
Licenziare un dipendente per non aver raggiunto gli obiettivi aziendali è una pratica diffusa, ma non sempre legittima.
La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n°10640/2024, ha ribadito alcuni principi fondamentali in materia, fornendo indicazioni preziose a datori di lavoro e dipendenti.
Ecco nel dettaglio.
Lo scarso rendimento può portare al licenziamento?
Lo “scarso rendimento” è spesso invocato come motivo per giustificare un licenziamento. Ma cosa si intende esattamente per scarso rendimento? E quando è possibile procedere a tale sanzione?
Innanzitutto, è importante sottolineare come il mancato raggiungimento degli obiettivi, da parte di uno o più dipendenti, possa comportare una perdita di fatturato o di clienti, oltre ad un rallentamento delle attività lavorative.
Secondo la Cassazione, lo scarso rendimento rappresenta un inadempimento contrattuale del lavoratore, che può giustificare eventualmente il licenziamento.
Tuttavia, non basta il semplice mancato raggiungimento di un obiettivo per poter procedere al recesso del contratto di lavoro.
Per poterlo fare, è necessario dimostrare che il dipendente non abbia messo in campo il necessario impegno e che tale inadempimento sia imputabile esclusivamente a lui.
Licenziamento per mancato raggiungimento degli obiettivi: il parere della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha ribadito che il lavoratore non è tenuto a garantire il raggiungimento di un risultato specifico, ma deve mettere a disposizione del datore di lavoro le proprie competenze e il proprio impegno.
Per valutare se il rendimento è stato adeguato, il datore di lavoro deve fare un confronto coi colleghi che svolgono mansioni analoghe e valutare il rendimento del dipendente.
Ma soprattutto, il mancato raggiungimento degli obiettivi deve essere imputabile al lavoratore e non a fattori esterni, come l’organizzazione del lavoro o le carenze strumentali e tecniche.
Licenziamento per mancato raggiungimento degli obiettivi: quando è legittimo
La Cassazione ha annullato un licenziamento per scarso rendimento, sottolineando che il datore di lavoro non aveva dimostrato in modo sufficiente la colpa del lavoratore e l’esistenza di una notevole sproporzione tra i risultati conseguiti e quelli attesi.
Per evitare di incorrere in sanzioni per licenziamenti illegittimi, i datori di lavoro devono:
- Fissare obiettivi chiari e misurabili: gli obiettivi assegnati ai dipendenti devono essere specifici, realistici e quantificabili;
- Monitorare costantemente le prestazioni: è necessario valutare periodicamente il lavoro dei dipendenti e fornire feedback costruttivi;
- Documentare tutto: in caso di contestazioni, è fondamentale avere una documentazione completa e precisa delle prestazioni del lavoratore e delle azioni intraprese dal datore di lavoro.
Il licenziamento per mancato raggiungimento degli obiettivi deve fondarsi su elementi di carattere oggettivo, ovvero su una notevole sproporzione tra i risultati conseguiti e gli obiettivi assegnati.