Vediamo quali sono le conseguenze e i diritti per il lavoratore, in caso di licenziamento annullato.
Licenziamento annullato: può succedere che un dipendente venga licenziato in maniera illegittima.
In questo caso, il lavoratore può essere reintegrato: la reintegrazione, infatti, è la più efficace forma di tutela prevista dalla legge, nel caso di un licenziamento illegittimo.
Ecco cosa dice la legge in merito al licenziamento annullato.
Licenziamento annullato: quando il licenziamento è illegittimo?
In caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore ha diritto ad un risarcimento danni e, in alcuni casi, del reintegro sul posto di lavoro, come previsto dall’art.18 della Legge 300/70.
Ciò avviene quando il licenziamento:
- Viene intimato in forma verbale e non scritta;
- Avviene a causa della maternità, sia per la madre che per il padre che usufruisce del congedo di paternità (ciò non avviene solamente nel caso in cui l’azienda è in crisi o fallisce oppure se il dipendente ha avuto un comportamento scorretto prima o durante la maternità);
- Avviene nel periodo compreso tra il giorno della richiesta delle pubblicazioni di matrimonio fino ad un anno dopo il matrimonio;
- Per motivi discriminatori legati al sesso, l’orientamento religioso, sessuale, etc.;
- Motivi disciplinari o per ragioni aziendali, ma risulta non esistente;
- Per ritorsione;
- Senza valido motivo.
Licenziamento annullato: cosa avviene al lavoratore
Il lavoratore che è stato licenziato ingiustamente ha il diritto di tornare al suo posto di lavoro. Col reintegro, il lavoratore viene riammesso in servizio nelle stesse mansioni che svolgeva prima del licenziamento.
Se, nel frattempo, il dipendente è stato sostituito da un altro lavoratore, allora quest’ultimo deve essere considerato provvisorio, poiché una nuova assunzione non giustifica alcun trasferimento o modifica delle mansioni.
Il datore di lavoro, quindi, non può trasferire o cambiare le mansioni del dipendente reintegrato, senza giustificazioni per ragioni tecniche, organizzative e produttive.
Licenziamento annullato: le eccezioni
Al reintegro del dipendente ingiustamente licenziato, però, ci sono delle eccezioni.
Con la sentenza del 27/04/2022 n°13203, la Corte di Cassazione ha deciso che il lavoratore, a cui è stato annullato il licenziamento, non può essere reintegrato, se nel frattempo ha presentato la domanda di pensione di vecchiaia, avendone maturato i requisiti.
Il rapporto di lavoro, infatti, si era estinto per altra causa (ovvero la presentazione della domanda di pensionamento di vecchiaia e il conseguimento del trattamento pensionistico), prima che il giudice dichiarasse illegittimo il licenziamento. Per questo motivo, la reintegrazione non è stata possibile, poiché il rapporto di lavoro è venuto meno per volontà del lavoratore.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it