Presto il Governo Meloni dovrà presentare la Legge di Bilancio 2023, ma quali sono le ipotesi sulle pensioni? Vediamole insieme.
Ipotesi pensioni Legge di Bilancio 2023: come annunciato dal Viceministro Salvini, la Legge di Bilancio 2023 dovrebbe vedere la luce “tra una decina di giorni”, ma rimangono ancora diversi nodi da sciogliere, da parte del Governo Meloni.
Uno fra questi è il tema pensioni: sono in ballo diverse proposte, per evitare il ritorno della Legge Fornero. Inoltre, si tratta di un tema che è stato sicuramente centrale, durante la campagna elettorale, per questo il governo è a lavoro sulle diverse ipotesi.
Vediamo allora quali sono.
Ipotesi pensioni Legge di Bilancio 2023: ecco quali sono
Come sappiamo, la Legge di Bilancio 2023 verterà prevalentemente sulle misure per contrastare il caro-energia (come testimoniato anche dal Decreto Aiuti Quater), ma anche il tema delle pensioni è essenziale, poiché, dal primo gennaio, ci sarà il passaggio da Quota 102 a Legge Fornero, se non s’interverrà diversamente.
Ecco quali sono le principali ipotesi.
Quota 41
Secondo il sottosegretario al Welfare, Claudio Durigon, l’ipotesi principale è Quota 41 con 61 o 62 anni. Si tratta di una manovra che interesserebbe circa 50mila lavoratori e che peserebbe meno di un miliardo di euro sulle casse dello Stato.
Come detto da Durigon:
“In manovra metteremo una formula che evita lo scalone di gennaio per un gruppo di lavoratori. Quota 41 ci sarà e questo è importante. Stiamo studiando i dettagli con la ministra Calderoni e Giorgetti”.
La misura permetterebbe a tutti i lavoratori di andare in pensione, a patto che abbiano accumulato 41 anni di contributi, escludendo il requisito anagrafico.
I sindacati spingono molto sull’assenza di limiti di età per Quota 41: in questo modo, i lavoratori potrebbero andare in pensione a 62-63 anni, in linea con la media del resto d’Europa.
Lavoratori che decidono di posticipare la pensione
Per i lavoratori che decidono di restare al lavoro, nonostante la maturazione dei requisiti, il governo ipotizza di fermare il versamento dei contributi del lavoratore e del suo datore, per riversarne una parte in busta paga. In questo modo, i lavoratori potrebbero avere un aumento del 10% in stipendio.
Altre ipotesi per le pensioni
Nella Legge di Bilancio 2023, inoltre, potrebbero essere incluse anche le seguenti misure:
- Ape Sociale: che prevede il pensionamento per chi è nato nel 1960 e ha iniziato a lavorare tra il 1987 e il 1993. Possono usufruirne i dipendenti pubblici e privati autonomi che hanno almeno 63 anni con 30 o 26 anni di contributo e che svolgono attività gravose o che sono invalidi civili, caregiver o disoccupati;
- Canale precoci: potranno andare in pensione anticipatamente i lavoratori con 41 anni di contributi (dipendenti pubblici o privati e autonomi), che abbiano lavorato prima dei 19 anni, per almeno 12 mesi in modo effettivo, anche non continuativo;
- Operazione donna: una misura valida per le donne nate tra il 1963 e il 1964 che abbiano a cominciare prima o nel 1988. È un’ipotesi valida per le lavoratrici che hanno raggiunto i 58 anni di età se dipendenti o 59 anni se autonome.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it