Legge di Bilancio 2019: previdenza giornalisti, un emendamento prevede di far confluire nell’INPGI la previdenza dei “reporter”.
Un riordino, che parte dalla previdenza, del settore della comunicazione e dell’informazione con l’obiettivo di creare un polo previdenziale autonomo di settore. È l’ipotesi concreta contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio che propone la confluenza nell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, della categoria dei comunicatori pubblici e privati, ora iscritti all’Inps.
L’emendamento presentato dalla Lega in Commissione Bilancio del Senato riprende ed estende quello già presentato alla Camera dai medesimi firmatari, che era stato accantonato.
Le verifiche in corso sulle coperture prevedrebbero al momento un ‘costo’ della norma attorno ai 130 milioni di euro che però rappresentano un potenziale risparmio rispetto al rischio di un esborso attorno ai 600-700 milioni previsto dalla soluzione inversa, cioè se il settore pensionistico pubblico realizzasse il polo della comunicazione-informazione accogliendo il complesso del sistema previdenziale dei giornalisti, ora privatizzato.
Dovranno passare dall’INPS all’INPGI anche
“coloro che svolgono attività, anche di natura tecnico-informatica, inerente la produzione, il confezionamento o la fruibilità di contenuti a carattere informativo diffusi sul web o su altro canale multimediale”.
Insomma, la novità potrebbe interessare un ampio numero di soggetti che si occupano di informazione sul web. Il confezionamento di prodotti di informazione digitale, poi, coinvolge differenti professionalità: dai redattori, fino ai programmatori e al personale tecnico.