Dal 1° giugno 2024, è entrato in vigore il Dl 71/2024, intitolato “Disposizioni urgenti in materia di sport”, che introduce significative novità riguardanti il lavoro sportivo per i dipendenti pubblici.
Si tratta di un passo importante verso la semplificazione e la regolamentazione delle prestazioni sportive per i dipendenti pubblici. Le nuove disposizioni mirano a facilitare la partecipazione alle attività sportive senza compromettere l’efficienza del servizio pubblico, distinguendo chiaramente tra lavoro retribuito e volontariato.
Lavoro sportivo per i dipendenti pubblici: cosa cambia con il Dl 71/2024
Questo intervento legislativo è particolarmente rilevante per la promozione sportiva di base e stabilisce nuove regole sia per le prestazioni retribuite che per le attività di volontariato.
Comunicazione e autorizzazioni per le prestazioni sportive
Una delle principali novità del decreto riguarda le prestazioni di lavoro sportivo per i dipendenti pubblici. Per i compensi fino a 5.000 euro annui, è ora sufficiente effettuare una comunicazione preventiva all’amministrazione di appartenenza, senza necessità di ulteriori autorizzazioni. Questo cambiamento mira a semplificare le procedure, superando la prassi precedente in cui molte amministrazioni erano restie a concedere tali autorizzazioni.
Tuttavia, se il compenso supera la soglia di 5.000 euro, il dipendente pubblico deve richiedere l’autorizzazione dall’amministrazione di appartenenza. Inoltre, il committente ha l’obbligo di comunicare l’importo totale dei compensi all’amministrazione entro 30 giorni dalla conclusione dell’anno solare, o, se la collaborazione termina prima della fine dell’anno, al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Differenze tra prestazioni lavorative e volontariato
Il decreto introduce anche una distinzione netta tra le prestazioni lavorative e le attività di volontariato. Mentre rimane il divieto di retribuzione per i volontari sportivi, è ora possibile riconoscere rimborsi forfettari fino a 400 euro mensili per le spese sostenute durante manifestazioni ed eventi sportivi ufficiali, come quelli riconosciuti dalle Federazioni sportive nazionali e dagli Enti di promozione sportiva. Questa misura si applica anche per attività svolte nel comune di residenza del volontario.
Regole per le collaborazioni retribuite
Per i dipendenti pubblici coinvolti in collaborazioni con organizzazioni sportive dilettantistiche, è necessario ottenere l’autorizzazione dell’amministrazione solo se l’attività è retribuita. Il decreto aggiorna l’elenco delle prestazioni escluse dal regime generale delle autorizzazioni, includendo le prestazioni di lavoro sportivo fino a 5.000 euro annui. Per tali prestazioni, è sufficiente una comunicazione preventiva.
Quando il compenso per l’attività sportiva supera i 5.000 euro, l’attività deve essere svolta al di fuori dell’orario lavorativo principale e non deve compromettere l’efficienza del servizio pubblico. Per i dipendenti a contatto con il pubblico, le amministrazioni sono tenute a garantire che il lavoro sportivo non interferisca con il regolare svolgimento del servizio. Inoltre, l’attività sportiva retribuita non deve occupare più del 50% del tempo settimanale di lavoro previsto dal contratto collettivo nazionale di riferimento.