Ipotesi rinnovo contratto dipendenti pubbliciCol rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici, potrebbero esserci grandi novità, come un aumento dello stipendio e il ritorno dello smart working: ecco le ipotesi.


Lo scorso 29 maggio, il Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato l’atto che avvia il negoziato per il rinnovo del contratto Statali, per il periodo 2022/2024.

Ad essere interessati dal rinnovo sono circa 193mila dipendenti centrali e sono coinvolte agenzie fiscali, diversi ministeri, la Corte dei Conti, l’avvocatura generale, diversi enti pubblici non economici e il Cnel.

Dal rinnovo del contratto dei dipendenti centrali, saranno tracciate, poi, le linee guida per gli altri settori della Pubblica amministrazione.

Vediamo allora quali sono le possibili novità per i dipendenti.

Ipotesi rinnovo contratto dipendenti pubblici: le possibili novità

Col nuovo accordo, sono previste diverse novità interessanti.

Aumento stipendio

In primis, c’è un aumento dello stipendio per i dipendenti pubblici, attività per la quale sono stati stanziati 555 milioni di euro, dei complessivi 5,5 miliardi previsti per tutto il comparto statale.

In media è previsto un aumento di 160 euro al mese, pari al 5,78% della remunerazione.

Smart working

Un’altra novità importante riguarda lo smart working. A poter beneficiare delle nuove tutele potrebbero essere, innanzitutto, i lavoratori con figli under 14 e i lavoratori fragili.
Tra le ipotesi, c’è la possibilità di usufruire del lavoro agile, se le attività svolte sono compatibili con la modalità da remoto.

Lo smart working sarà utilizzato anche come valido sostegno per la genitorialità o per quei lavoratori che possono documentare determinate esigenze di salute, che non vengono regolamentate dalle leggi speciali.

Anzianità di servizio

Tra le possibili novità c’è anche l’eliminazione dell’anzianità di servizio fra i criteri adottati per assegnare aumenti o premi.
Si tratta di un vero e proprio “cambio di rotta”, rispetto all’ultimo accordo sindacale, che prevedeva il 40% della valutazione legato alla cosiddetta “esperienza professionale”.

Con l’introduzione di questa novità, s’ipotizza che gli aumenti saranno legati più al merito e non tanto sull’accumulo di anni di professionalità.

Formazione del personale

Un’altra ipotesi importante è legata alla formazione del personale, che diventa una delle basi per determinare le progressioni economiche o per erogare premi.
Durante la contrattazione, infatti, sarà valutata la possibilità di introdurre un ammontare minimo di ore di formazione, non inferiore alle 24 ore, compreso comunque nell’orario lavorativo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it