Finanziato un programma innovativo per incrementare le conoscenze sui profili di rischio dei lavoratori esposti ed ex esposti, definire più efficaci protocolli di cura e contribuire ad armonizzare il quadro legislativo in materia
Durerà tre anni, per un limite di spesa di un milione e 400mila euro l’anno e 4 milioni e 200mila euro complessivi, il programma promosso dall’Inail nell’ambito del Piano delle attività di ricerca discrezionale 2016/2018 – recentemente approvato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – e finalizzato a rafforzare le conoscenze relative ai rischi di esposizione all’amianto ai fini della promozione di più efficaci e sicure strategie di prevenzione.
Il programma è caratterizzato da quattro principali obiettivi:
- fornire ulteriori elementi di conoscenza sui profili epidemiologici dei lavoratori esposti ad amianto prima dei provvedimenti di bando della sostanza nel 1992, attraverso l’utilizzo integrato degli archivi amministrativi e delle banche dati esistenti, consentendo così la categorizzazione dei soggetti per criteri di priorità e di tutela e di uniformare l’accesso ai protocolli di sorveglianza sanitaria;
- identificare sorgenti di rischio di esposizione, anche inconsapevole, sia per amianto di origine antropica che naturale – anche utilizzando tecniche di telerilevamento e monitoraggio del territorio – al fine di fornire elementi di conoscenza scientifica per la valutazione del rischio in relazione agli attuali addetti alle attività di bonifica;
- analizzare la distribuzione dell’accesso alle cure per i pazienti affetti da malattia asbesto correlata nell’ottica della presa in cura complessiva dell’ammalato, anche sviluppando gli strumenti di sostegno psicologico per i casi di mesotelioma e predisponendo strumenti per l’emersione delle neoplasie amianto correlate diverse dal mesotelioma;
- analizzare il grado e gli ambiti di sovrapposizione o di inadeguatezza nel quadro normativo e nella disponibilità di strumenti operativi in tema di tutela dal rischio di esposizione, allo scopo di potere evidenziare eventuali spazi di armonizzazione, con particolare riferimento a specifiche modalità di esposizione e categorie di lavoratori, agli ambienti di vita e alle matrici ambientali relativi alle attività di bonifica e nella gestione dei rifiuti contenenti amianto.
Ai 4 milioni e 200 mila euro sono da aggiungersi oltre 2 milioni di euro per implementare l’attività istituzionale di ricerca sull’amianto, tra cui rientra il complesso sistema di sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma, costituito dal Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM). L’annuncio del via libera del Piano di ricerca da parte del ministero della Salute è stato comunicato dal direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, in occasione del recente convegno nazionale sull’amianto svolto il 3 e 4 maggio, a Roma, presso la direzione generale dell’Istituto di piazzale Pastore.
“Esprimo a nome dell’Istituto grande soddisfazione per un Piano di ricerca dal carattere autenticamente innovativo e che, per quanto riguarda l’amianto, consentirà a tutta la comunità medico- scientifica, nazionale e internazionale, di disporre di uno straordinario patrimonio di conoscenza ai fini della cura, della tutela e della prevenzione dei soggetti esposti o ammalati – ha detto Lucibello – Per quanto riguarda le risorse finanziarie, gli oltre sei milioni di euro previsti nel triennio si aggiungono agli 83 milioni di euro previsti dal Bando Isi attualmente in corso, che rappresentano il più grande stanziamento messo a disposizione in un’unica soluzione da un’Istituzione dello Stato centrale per le bonifiche dell’amianto”.