I buoni pasto sono sicuramente un benefit molto apprezzato dai lavoratori. Ma i buoni pasto sono tassati? Scopriamolo insieme.
Molte aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti i buoni pasto, come benefit. Ma i buoni pasto sono tassati?
Vediamo insieme una guida completa sulla tassazione dei buoni pasto.
Come funzionano i buoni pasto
I buoni pasto sono un mezzo di pagamento predeterminato che rientra nella categoria dei “fringe benefit”, ovvero i benefici accessori.
Vengono utilizzati dai lavoratori dipendenti o parasubordinati, sia del settore pubblico che del settore privato. Si tratta, infatti, di tagliandi alternativi alla mensa per il personale e possono essere spesi presso pubblici esercizi, come bar, ristoranti da asporto, gastronomie o supermercati convenzionati.
I buoni pasto sono un’agevolazione per il dipendente, che riesce a salvaguardare il proprio potere d’acquisto e sono utili anche per gli esercenti convenzionati, che riescono ad affiliare una propria clientela, che diventa sicura e abituale.
I buoni pasto sono destinati solamente ai dipendenti che lavorano a tempo pieno o parziale e solitamente vengono erogati con una cadenza di uno per ogni giorno lavorativo. Non possono essere ceduti o cumulati oltre alle 8 unità e non possono essere convertiti in denaro.
Tipi di buoni pasto
L’azienda può decidere se emettere al dipendente i buoni pasto cartacei o i buoni pasto elettronici (questi ultimi sono stati introdotti dal 2012).
Il funzionamento è lo stesso, ma ci sono delle piccole differenze che contraddistinguono i buoni elettronici:
- Vengono caricati su una carta elettronica, dotata di microchip o banda magnetica.
- La soglia di esenzione dalla tassazione è più alta, rispetto a quelli cartacei.
- Coi buoni pasto elettronici è possibile tenere traccia delle spese e dei pagamenti fatti dai dipendenti.
- In caso di smarrimento della carta, è possibile procedere al blocco e richiederne una nuova, recuperando, in questo modo, tutti i buoni pasto persi.
Tassazione buoni pasto
Ogni azienda ha a disposizione due tipi di benefit: i flexible benefits e i fringe benefits.
I flexible benefits sono totalmente esenti dall’imposizione fiscale e contributiva, visto che sono considerati complementari alla retribuzione dovuta al dipendente.
I fringe benefits, invece, sono soggetti ad una tassazione parziale, perché sono aggiuntivi alla regolare retribuzione.
I buoni pasto, essendo un bene aggiuntivo possono essere tassati, solamente se il loro valore non supera la soglia indicata dalla legge. Nel caso i buoni pasto abbiano un valore superiore a quello stabilito, la differenza risulterà nella busta paga e il dipendente dovrà pagare le tasse e i contributi relativi.
Limiti per la tassazione dei buoni pasto
I buoni pasto non sono tassati se non superano certi limiti, purché essi non superino giornalmente:
- i 4 euro per i buoni pasto cartacei
- gli 8 euro per i buoni pasto elettronici
- i 5,29 euro per i buoni corrisposti “agli addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unità produttive ubicate in zone dove manchino strutture o servizi di ristorazione”.
Queste limitazioni sono state fissate dalla Legge di Bilancio 2020, entrata in vigore lo scorso primo gennaio 2020.
Prima di questa decisione, il limite era stato fissato a 5,29 euro per i buoni cartacei e per tutti i lavoratori indistintamente.
Dopo la Legge di Bilancio 2020, il limite è rimasto solamente per le categorie di lavoratori sopra citate ed è stato immesso il limite a 7 euro per i buoni pasto elettronici.
Ricapitolando, le somme al di sotto delle soglie appena citate sono esenti dalle tasse, sia dai tributi che dai contributi previdenziali.
Quand’è che i buoni pasto sono tassati
Se i buoni pasto superano i limiti citati nel paragrafo precedente, entrano di diritto nella categoria dei fringe benefits, ovvero quei benefit che vengono parzialmente tassati, poiché rappresentano una retribuzione aggiuntiva a quella già ricevuta dal dipendente.
La differenza risulterà nella busta paga e costituirà il reddito del lavoro dipendente.
Poiché c’è una differenza tra buoni cartacei e buoni elettronici, visto che i primi sono esenti dalle tasse fino al limite di 4 euro e i secondi fino a 8 euro, c’è sicuramente un vantaggio che riguarda l’emissione digitale dei buoni pasto.
L’emissione dei buoni pasto in formato elettronico sarà un vantaggio sia per il lavoratore (che avrà un limite fissato a 8 euro) e sia per il datore di lavoro, poiché il costo sarà deducibile al 100% con un’IVA agevolata al 4% (a differenza dei buoni pasto cartacei, che presentano un’IVA al 10%).
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it