Dalle notizie che trapelano da Palazzo Chigi, il governo starebbe lavorando all’uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratterebbe di una nuova opzione donna che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell’assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia.
Questo, quantomeno, è quello che riporta la CGIA Mestre. Ma il Governo è davvero intenzionato a portare avanti queste modifiche o si tratta di mera propaganda?
Intanto è sicuro che senza interventi sulla riforma Fornero le donne del settore privato l’anno prossimo si troveranno di fronte a un nuovo scalino con il passaggio dell’età di vecchiaia da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi (1 anno e 10 mesi in più rispetto al 2015). La penalizzazione sarebbe meno pesante perché non sarebbe previsto il ricalcolo contributivo sull’intera vita lavorativa (come nell’opzione donna che scade quest’anno) ma solo un sistema legato alla speranza di vita. In pratica chi decide di uscire prima avrà un assegno decurtato. La novità, comunque, non dovrebbe riguardare solo le donne.
Per i lavoratori che perdono l’occupazione a pochi anni dalla quiescenza si studia «l’opzione uomo», ovvero la possibilità di accedervi con 3 anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2016) con un taglio dell’assegno legato non al ricalcolo contributivo, ma all’equità attuariale, cioè al tempo più lungo di percezione dell’assegno.
Il governo studia anche il prestito pensionistico e una sorta di assegno di solidarietà per le situazioni di maggiore disagio. Perché «sappiamo che c’è un aspetto da risolvere legato a uno scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla legge Fornero», dice ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Che invita però a prendere con le molle le anticipazioni: «Tutte le ipotesi che sono uscite sono tutte fantasiose. Quando uscirà la legge di stabilità, dove saranno scritte le norme perché vorrà dire che collegialmente avremo fatto tutte le valutazioni e preso una decisione, lo so, saprete. Non c’è nessuna anticipazione sulla materia», prova a spargere acqua sul fuoco il titolare del Welfare.
La domanda resta: tutti questi programmi verranno rispettati? La risposta potrebbe sembrare difficilmente affermativa.