Le proposte che Renzi ha avanzato, sul fronte economico, nel chiedere la fiducia al Parlamento, iniziano a dettagliarsi. Si è compreso, anzitutto, che le “due cifre” del taglio del cuneo fiscale non erano riferite alla percentuale, ma ai miliardi di euro di riduzione. Filippo Taddei responsabile economico del Pd, ha spiegato a Radio Capital che l’ipotesi è quelle di tagliare il costo del lavoro di 8-10 miliardi di euro affinché i lavoratori possano trovare in busta paga non certo miracoli ma, quantomeno, un po’ di conforto; ai tale taglio, poi, potrebbe affiancarsene uno dell’Irap per un importo pari a due miliardi e mezzo.
L’operazione, infine, potrebbe essere completata tagliando in maniera consistente l’aliquota del 38%, applicata sui redditi tra 28 mila e 55 mila euro l’anno. Complessivamente, spiega Taddei, un lavoratore che guadagna mediamente 1.500 euro per tredici mensilità si ritroverebbe 500 euro in più all’anno, ovvero una cinquantina di euro per stipendi che ruotano attorno ai 25-30mila euro annui. Per chi ha retribuzioni più basse, secondo Taddei l’effetto sarebbe minore ma proporzionalmente più intenso.
Tutto ciò, ovviamente, ha un costo e non è noto dove il governo intenda trovare le risorse. Nei giorni scorsi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio aveva ventilato l’ipotesi di una tassazione aggiuntiva dei Bot. Renzi, intervenendo a Ballarò, ha, invece, fatto presente che sono diverse la opzioni in campo, a partire non dai Bot, ma dall’aumento delle imposte sulle rendite finanziarie che, in Italia, sono tra le più basse d’Europa. «Sul cuneo fiscale ci sono scuole di pensiero diverse. Padoan si è preso tempo per verificarle. Un modo è abbassare l’Irap, un altro è abbassare l’Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello sugli oneri sociali», ha spiegato Renzi.
FONTE: CGIA Mestre