invalidiUn convegno alla direzione centrale di Roma per ribadire l’importanza, nella vita quotidiana, di una società più accessibile nel campo della cultura, dello sport, del turismo, della tecnologia. Giovanni Paura (DcPc): “L’Istituto ha esteso felicemente la propria missione oltre i compiti di ente assicuratore”

 

“Troppe barriere sono ancora di ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi è portatore di una disabilità, sia essa fisica, mentale o relazionale: è compito della società nel suo insieme – delle istituzioni, dei corpi intermedi, delle famiglie, dei singoli – abbattere questi muri e far crollare ogni ostacolo, fisico e culturale”. Alle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è affidato il senso più autentico della XXIV Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita dalle Nazioni unite nel 1992 e celebrata il 3 dicembre in tutto il mondo.

 

L’edizione di quest’anno dedicata al tema dell’accesso e dell’empowerment. L’Inail ha celebrato questo prezioso momento di sensibilizzazione – dedicato, quest’anno, al tema dell’accesso e dell’empowerment per le persone di tutte le abilità – con il convegno “La disabilità non è un problema”, organizzato presso la direzione centrale di piazzale Pastore, a Roma, in collaborazione col Comitato italiano paralimpico (Cip) e il ministero dei Beni e attività culturali e del turismo (MiBACT). Oggetto del dibattito – moderato dal direttore editoriale di “SuperAbile Inail”, Stefano Trasatti – sono state alcune fra le più importanti esperienze italiane finalizzate a ridurre, o a eliminare, gli ostacoli che limitano la vita pubblica e privata delle persone con disabilità.

 

Nel mondo un miliardo di individui limitati da barriere in ogni ambito sociale. Secondo l’Onu sono un miliardo gli individui che ancora “fronteggiano” quotidianamente innumerevoli barriere in ogni ambito sociale. Per contrastare questa forte realtà di disagio le Nazioni unite hanno promosso, nel dicembre 2006, una convenzione articolata in 50 articoli che indica la strada che tutti gli Stati devono perseguire per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini portatori di handicap. La rilevanza di questo strumento è stato il punto di partenza dell’intervento introduttivo al convegno di Giovanni Paura, direttore centrale Comunicazione e pianificazione dell’Inail, che ha illustrato l’articolato piano di attività messo in atto dall’Istituto in materia di riabilitazione e reinserimento delle persone con disabilità.

 

Paura: “Accessibilità come principio di inclusione e partecipazione”. “La Convenzione Onu introduce una visione completa e diversificata dell’accessibilità che va ben oltre un approccio minimale limitato al solo utilizzo di strumenti utili a superare le barriere architettoniche e che, da soli, non riescono di certo a fare fronte alle sfide del mondo contemporaneo”, ha detto Paura. L’accessibilità – come affermato dal documento dell’Onu – è, piuttosto, un principio di piena inclusione e partecipazione che deve fare riferimento non solo all’ambiente fisico, ma anche a quello sociale, economico, culturale, nonché ad ambiti diversificati e integrati tra loro quali la salute, l’istruzione, l’informazione, la tecnologia. “Solo in questo modo le persone con disabilità potranno godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”, ha sottolineato Paura.

 

Il passato importante dell’Istituto, dalla riabilitazione alla protesica. Da tale punto di vista l’Inail ha raccolto la sfida da tempo, accompagnando, e per molti aspetti anche anticipando, le importanti conquiste realizzate nel corso di questi ultimi anni da tutte le persone con disabilità, infortunati sul lavoro e no, “interpretando la propria missione anche oltre i limiti e i compiti di un ente assicuratore”. Paura ha ricordato, così, Antonio Maglio, il medico dell’Inail “pioniere” della riabilitazione che diede vita alla prima edizione ufficiale dei Giochi Paralimpici del 1960 di Roma, e “l’eccellenza del Centro Protesi di Vigorso di Budrio che, sin dai primi anni della sua fondazione sotto la guida di Johannes Schmidl, ha sempre rappresentato una realtà all’avanguardia a livello internazionale”.

 

I recenti riconoscimenti del legislatore nell’ambito dell’integrazione e del reinserimento. Sono solo alcune tappe di una storia importante che ha visto l’Inail promuovere una sempre più ampia strategia di interventi – tra questi Paura ha segnalato la significativa revisione del Regolamento protesico del 2011 – e culminata nei recenti riconoscimenti fatti dal legislatore all’Istituto sul fronte delle competenze in materia di integrazione e reinserimento (dalla legge di Stabilità 2015 ai decreti attuativi del Jobs Act), in particolare per quanto riguarda i percorsi di ricollocamento delle persone con disabilità nel mercato del lavoro.

 

La collaborazione col Cip e il progetto SuperAbile. Infine Paura ha sottolineato lo sforzo dell’Istituto nella promozione dello sport come strumento privilegiato per il recupero dell’integrità psicofisica, in particolare “attraverso la convinta e durevole collaborazione col Cip” e “il progetto SuperAbile che, attraverso un call center, un portale quotidianamente aggiornato e una rivista cartacea mensile, amplia la platea dei destinatari a tutte le persone con disabilità, e non solo agli infortunati sul lavoro e tecnopatici”.

 

Borletti Buitoni: “La cultura accessibile è un dovere istituzionale”.“Tutelare il patrimonio culturale è un obbligo. E renderlo accessibile è un dovere” – ha detto Ilaria Borletti Buitoni sottosegretario ai Beni e alle attività culturali e Turismo. “Da parte nostra c’è un impegno quotidiano per aumentare la fruibilità dei monumenti. Non possiamo stringere compromessi al ribasso perché il patrimonio culturale italiano è molto diffuso e, in alcuni casi, difficile da raggiungere, ma il nostro impegno quotidiano è quello di rendere accessibili tutti i luoghi”. “Dobbiamo fare in modo che ci sia una rete istituzionale che viaggi averso un unico obiettivo – ha aggiunto Borletti Buitoni – Senza dimenticare che le disabilità di cui si parla, sono spesso quelle motorie ma in realtà ce ne sono altre che rendono difficile l’accesso ai beni culturali. Confermo il mio impegno massimo in questo senso, in ogni sede legislativa e ministeriale”.

 

Ferrante: “Temi non più solo all’attenzione della cerchia degli addetti ai lavori”. “Molto spesso temi importanti come la Giornata del 3 dicembre non oltrepassano la cerchia degli addetti ai lavori – ha ricordato Alfredo Ferrante, dirigente della divisione delle Politiche sociali per le persone con la disabilita del ministero del Lavoro e delle politiche sociali e coordinatore dell’Osservatorio per la disabilità – A livello internazionale i nuovi obiettivi di sviluppo contenuti nel “Millennio delle Nazioni Unite”, recentemente approvati, introducono per la prima volta espressamente anche il tema della disabilità. Questo porterà un impegno considerevole sia nei paesi in via di sviluppo sia nei paesi industrializzati. Inoltre – ha aggiunto – la Commissione europea ha presentato l’Accesibility Act, mentre il Consiglio d’Europa sta preparando la strategia 2015-2020 in materia di accessibilità”.

 

Bene l’Italia, ma c’è ancora tanto da fare. Quanto alla situazione del nostro paese, il coordinatore dell’Osservatorio ha sottolineato che “l’Italia è in una posizione avanzata rispetto ad altri paesi, ma ciò non vuol dire che tutte le cose vanno bene”. A questo proposito, ha concluso Ferrante, “è importante fare sì che coloro che operano nelle istituzioni siano formati su cosa sia la disabilità. A volte i lavoratori con disabilità che lavorano nelle istituzione incontrano gli stessi problemi che hanno le persone con disabilità che lavorano fuori dalle istituzioni”.