La pensione integrativa rappresenta uno degli strumenti di welfare che maggiormente ha conosciuto diffusione in questi ultimi anni, soprattutto in ragione della critica situazione finanziaria ed economica che ha colpito quasi tutti i paesi del mondo, e che ha indotto i governi a chiedere aiuto ai privati per assicurare la copertura delle pensioni.

La pensione integrativa consiste in un assegno previdenziale il cui valore viene determinato basandosi sull’ammontare dei contributi pagati nel corso della vita lavorativa. Nel caso in cui si voglia far riferimento alla previdenza integrativa, una cosa importante da sapere è che prima si inizia ad accantonare parte dei risparmi accumulati nel corso del periodo lavorativo, meglio è, perché, ovviamente, in futuro si potrà disporre di somme più alte.

Inoltre, anche se nel nostro Paese questo sistema non sta riscuotendo grande successo e vengono preferite altre forme di investimento come ad esempio di conti deposito (qui maggiori informazioni), dato che sono ancora milioni i lavoratori che hanno scelto di non accantonare mensilmente delle somme di denaro (circa 15 milioni), sono diverse le ragioni per cui sarebbe meglio pensare alla pensione integrativa.

In primo luogo, questo sistema dà la possibilità a chi aderisce di poter disporre anticipatamente di somme da utilizzare per spese di importo molto elevato, quali sono ad esempio l’acquisto della prima abitazione o di un’automobile. Senza contare il fatto che sono diverse le agevolazioni di cui si può usufruire.

Pensiamo ad esempio alle deduzioni dal reddito imponibile che sono a carico del lavoratore: infatti, se le rendite che si originano dai versamenti già detratti nel periodo di attività subiscono una tassazione con aliquota che diminuisce dello 0,3 per cento annuale, quelli non ancora dedotti non vanno incontro ad alcuna tassa.

Anche per la reversibilità, cioè la possibilità di far percepire la pensione ad uno dei propri congiunti corrispondendo una somma aggiuntiva nel corso dell’esistenza lavorativa, cambia qualcosa, e ciò dipende dal periodo della morte. Se infatti essa è sopraggiunta prima del termine previsto per il versamento, coloro che ne beneficiano possono rientrare in possesso dell’ammontare versato, mentre invece nel caso in cui la dipartita si sia verificata in un momento successivo a quello dell’inizio dell’erogazione, il congiunto continuerà ad usufruire della pensione senza però avere il diritto di disporre della rimanente somma di denaro accumulata.

Come abbiamo detto, però, sembra che in Italia tale strategia di welfare venga poco considerata, in parte perché ancora la previdenza pubblica riesce a far fronte alle necessità, ma anche perché le proposte offerte dal settore privato sembrano dare poche garanzie per ciò che concerne il capitale. Eppure esso mette a disposizione diverse alternative, consentendo di scegliere tra strumenti come i fondi aperti, i fondi chiusi, i fondi preesistenti o i PIP (Piani Individuali Pensionistici).

 

 

AUTORE: Luca Bozzi

 

 

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