Per i dipendenti che hanno ferie non godute, occorre prestare attenzione alla scadenza del 30 giugno 2024: ecco cosa succederà.
Si avvicina l’estate ed è già tempo di ferie.
Come sancito, ogni lavoratore ha diritto a periodi di ferie retribuiti, in modo da recuperare le energie psicofisiche e dedicarsi alla vita familiare e sociale (che, insieme al riposo settimanale, sono indicati nell’art.36 della Costituzione).
Le ferie sono anche regolamentate dalla legge 66/2003, dove si evidenzia che i dipendenti maturano un periodo minimo di ferie, durante l’anno solare. Inoltre, vengono indicati anche i termini in cui il periodo minimo deve essere goduto.
Per quanto riguarda le ferie non godute relative al 2022, però, occorre prestare attenzione alla scadenza del 30 giugno 2024.
Il datore di lavoro, infatti, è obbligato a far fruire al lavoratore le ferie maturate nel 2022, altrimenti rischia diverse conseguenze. Vediamo nel dettaglio.
Ferie non godute: perché la scadenza è il 30 giugno 2024?
Il 30 giugno 2024 sarà la data di scadenza, entro la quale il dipendente dovrà aver esaurito il periodo minimo annuo di quattro settimane di ferie, maturate nel corso del 2022.
Secondo l’art.10 della legge 66/2003, infatti, due settimane di ferie sono da fruire obbligatoriamente nell’anno di maturazione. Mentre le restanti due settimane (o il diverso periodo residuo) va fruito entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.
Alcuni contratti collettivi ammettono un periodo più lungo per la fruizione delle ferie non godute. Un esempio è il CCNL Chimici Farmaceutici – Industria, secondo il quale il lavoratore ha un periodo di 30 mesi dal termine dell’anno di maturazione, per godere delle ferie.
Ferie non godute: cosa succede se non si rispetta la scadenza
Se entro il 30 giugno 2024, il dipendente non ha goduto delle ferie arretrate, ci sono diverse conseguenze per il datore di lavoro.
Le conseguenze possono essere tre:
- Pagamento anticipato dei contributi, calcolati sulle ferie non godute;
- Sanzione amministrativa pecuniaria;
- Richiesta di risarcimento dei danni, da parte del lavoratore.
Pagamento anticipato dei contributi
Se il datore di lavoro non rispetta la scadenza del 30 giugno 2024, è obbligato ad un pagamento anticipato dei contributi previdenziali e assistenziali, calcolati sulle ferie legali non godute.
Nonostante il pagamento anticipato dei contributi, il lavoratore potrà comunque godere delle ferie arretrate, anche dopo il 30 giugno 2024.
Sanzione amministrativa pecuniaria
Un’altra possibile conseguenza è una sanzione amministrativa pecuniaria, ai danni dell’azienda, che può andare
- Da 120 euro a 720 euro, per il caso di un singolo lavoratore;
- Da 480 euro a 1800 euro, se la violazione interessa più di cinque lavoratori o si è verificata in almeno due anni;
- Da 960 euro a 5400 euro, se la violazione interessa più di dieci lavoratori o si è verificata in almeno quattro anni.
In questo caso, l’autorità ispettiva può comunque obbligare il datore di lavoro a permettere che il dipendente usufruisca delle ferie non godute.
Risarcimento danni
Un’altra possibilità è che si arrivi in tribunale, se il dipendente vuole ottenere un risarcimento del danno biologico ed essenziale e la fruizione del periodo di ferie maturati e non goduti.
Ferie non godute: cosa deve fare il datore di lavoro entro il 30 giugno 2024?
Per non incorrere in conseguenze e sanzioni, il datore di lavoro può obbligare i dipendenti ad assentarsi dal lavoro entro il 30 giugno 2024, in caso di ferie non godute.
Le ferie residue, infatti, non possono essere liquidate in busta paga, a differenza delle ore e dei permessi non goduti, contemplati nella contrattazione collettiva.
Le uniche eccezioni al divieto di monetizzazione delle ferie riguardano:
- I giorni eccedenti il periodo minimo legale di quattro settimane di ferie (se contemplati dalla contrattazione collettiva);
- I giorni residui al momento della cessazione del rapporto.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it