Con l’arrivo della fine del 2024, è tempo di fare chiarezza su un tema sempre attuale, le ferie non godute: scopriamo quali potrebbero essere le conseguenze durante il 2025 che sta per arrivare.
Cosa succede alle ferie accumulate e non utilizzate entro la fine dell’anno? Quali sono le scadenze e gli obblighi per il 2025? Proviamo a fare qui di seguito un riepilogo su tutto quello che serve sapere.
- Cosa sono le Ferie Non Godute?
- Scadenze per la Fruizione delle Ferie non godute: regole per il 2025
- Cosa Succede se le Ferie Non Vengono Godute Entro le Scadenze?
- Prescrizione delle Ferie Non Godute
- Indennità Sostitutiva
- Obblighi del Datore di Lavoro
- Cosa succede alle ferie non godute entro il 31 dicembre 2024?
- Impatto sul 2025: le ferie residue
- Cosa cambia per il 2025?
Cosa sono le Ferie Non Godute?
Le ferie non godute rappresentano i giorni di riposo retribuito a cui il lavoratore ha diritto, ma che non ha utilizzato entro i termini previsti dalla legge. In Italia, la normativa di riferimento è il Decreto Legislativo 66/2003, che recepisce le direttive europee in materia di orario di lavoro.
Ogni lavoratore ha diritto a un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a quattro settimane. Questo diritto è irrinunciabile e non può essere sostituito da un’indennità economica, salvo in caso di cessazione del rapporto di lavoro.
Scadenze per la Fruizione delle Ferie non godute: regole per il 2025
La legge prevede delle scadenze precise per l’utilizzo delle ferie:
- Due settimane: devono essere godute obbligatoriamente entro l’anno di maturazione, ovvero entro il 31 dicembre dell’anno in corso (es. le ferie maturate nel 2025 devono essere godute almeno per due settimane entro il 31 dicembre 2025). Queste possono essere fruite anche consecutivamente, su richiesta del lavoratore.
- Due settimane residue: devono essere godute entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione. Questo significa che le ferie maturate nel 2025 dovranno essere fruite entro il 30 giugno 2027.
Qui un esempio pratico:
Roberto matura 4 settimane di ferie nel 2025.
- Almeno 2 settimane devono essere godute entro il 31 dicembre 2025.
- Le restanti 2 settimane possono essere godute entro il 30 giugno 2027.
Cosa Succede se le Ferie Non Vengono Godute Entro le Scadenze?
Il datore di lavoro ha l’obbligo di invitare il lavoratore a fruire delle ferie. Se il lavoratore non le utilizza entro i termini previsti, il datore di lavoro è comunque tenuto a versare i contributi INPS relativi alle ferie non godute.
Prescrizione delle Ferie Non Godute
Il diritto alle ferie non godute si prescrive dopo 10 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, come stabilito dalla Cassazione con la sentenza 3021/2020. Questo significa che, trascorsi 10 anni dalla fine del rapporto lavorativo, non è più possibile richiedere l’indennità sostitutiva per le ferie non godute.
Indennità Sostitutiva
In caso di cessazione del rapporto di lavoro, al lavoratore spetta un’indennità sostitutiva per le ferie non godute. Questa indennità è calcolata sulla base della retribuzione percepita dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto.
Obblighi del Datore di Lavoro
Il datore di lavoro ha diversi obblighi in materia di ferie:
- Pianificazione: deve pianificare le ferie in modo da garantire il diritto al riposo del lavoratore e la continuità dell’attività aziendale.
- Comunicazione: deve comunicare al lavoratore il calendario delle ferie con un congruo preavviso.
- Versamento dei contributi: deve versare i contributi INPS anche per le ferie non godute entro i termini previsti.
Cosa succede alle ferie non godute entro il 31 dicembre 2024?
Come abbiamo visto, la legge (D.Lgs. 66/2003) prevede che almeno due settimane di ferie debbano essere obbligatoriamente fruite entro l’anno di maturazione, ovvero entro il 31 dicembre dell’anno in corso. Questo significa che le ferie maturate nel 2024 devono essere godute, per almeno due settimane, entro il 31 dicembre 2024.
- Obbligo del datore di lavoro: Il datore di lavoro ha l’obbligo di invitare formalmente il lavoratore a fruire delle ferie. Non è sufficiente che il lavoratore non le abbia richieste; il datore di lavoro deve attivamente promuoverne la fruizione.
- Contributi INPS: Anche se le ferie non vengono materialmente godute entro il 31 dicembre, il datore di lavoro è comunque tenuto a versare i contributi INPS relativi a queste ferie. Questo per evitare che il lavoratore subisca una perdita contributiva.
- Sanzioni per il datore di lavoro: La mancata fruizione delle ferie entro i termini previsti può comportare sanzioni amministrative per il datore di lavoro, in quanto si configura come una violazione delle norme sulla tutela del lavoro.
Impatto sul 2025: le ferie residue
Le restanti due settimane di ferie maturate nel 2024 (e non godute entro il 31 dicembre 2024) possono essere fruite entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione, ovvero entro il 30 giugno 2026. Queste ferie vengono definite “residue” e si sommano alle ferie che matureranno nel 2025.
Qui di seguito un altro esempio pratico:
- Roberto matura 4 settimane di ferie nel 2024.
- Entro il 31 dicembre 2024, Roberto gode solo di 1 settimana di ferie.
- La settimana restante del 2024 (che doveva essere goduta entro il 31/12/2024) e le altre 2 settimane (fruibili entro 18 mesi) si sommano, per un totale di 3 settimane residue.
- Roberto potrà godere di queste 3 settimane residue entro il 30 giugno 2026, sommandole alle 4 settimane che maturerà nel 2025.
Cosa cambia per il 2025?
Nel 2025, il lavoratore maturerà un nuovo diritto a 4 settimane di ferie. Di queste:
- Almeno 2 settimane dovranno essere godute entro il 31 dicembre 2025.
- Le restanti 2 settimane potranno essere fruite entro il 30 giugno 2027.
Importante: Le ferie residue degli anni precedenti non sostituiscono le ferie che maturano nell’anno in corso. Sono diritti distinti che si sommano.