A proposito di pensioni e delle troppe ipotesi di un contributo di solidarietà sostenute da vari esponenti del Governo, noi stiamo tranquilli solo se fino a 5.000 euro netti mensili, sommando pensioni e vitalizi percepiti, non si prevede alcun prelievo.

E’ quanto sostiene il Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano che ricorda tuttavia che un contributo di solidarietà sopra tale soglia già esiste.

“Mettere in allarme quindici milioni di pensionati che hanno soltanto la colpa di essere andati in pensione con il calcoli retributivo, è semplicemente una follia. Dalle pensioni d’oro siamo già passati a quelle d’argento e si sa che, per fare cassa, si potrebbe arrivare a quelle di bronzo. No grazie. Colpiamo i veri privilegi ed estendiamo a tutti i Fondi pensione il tetto massimo di 100.000 euro lordi annui previsto dall’INPS. Così verranno cancellate quelle pensioni da nababbi, anche di 20.000 euro al mese, che rappresentano uno schiaffo al buon senso comune” ha concluso Damiano.

Il Programma di Poletti – L’idea lanciata da Poletti è semplice ed è quella dei pensionamenti flessibili: chi è vicino all’età prevista dalla Fornero può anticipare fino a tre anni l’uscita dal mondo del lavoro. In cambio però dovrà accettare una decurtazione dell’assegno pensionistico tra il 4 e il 9 per cento in relazione agli anni di contributi che gli mancano. L’altro pezzo della riforma dovrebbe essere il famoso prestito pensionistico ideato dall’ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. In questo caso il lavoratore vicino alla quiescenza chiede allo Stato di anticipare l’uscita, ottenendo un assegno mensile. In cambio, garantisce di restituire questa cifra una volta entrato in regime di pensione di vecchiaia.

I tecnici per finanziare questo intervento potrebbero ricorrere a due soluzioni: la prima è estendere, in maniera proporzionale, il contributo di solidarietà straordinario sulle pensioni sopra i 3-3.500 euro e per un periodo che non dovrebbe superare il triennio. L’altro è la conferma del congelamento degli aumenti salariali degli statali, che negli ultimi quattro anni ha permesso allo Stato di risparmiare 11 miliardi. E non è detto che una cosa escluda l’altra. Il premier Matteo Renzi ha smentito tali interventi l’altro ieri prima di partire per l’Iraq ma i sindacati minacciano di scendere in piazza in caso di un nuovo blocco degli stipendi dei salari e delle pensioni. Non è escluso tuttavia che, a causa del veto incrociato sulle coperture, il cantiere sulle pensioni da Riformare con la legge di stabilità salti del tutto a discapito degli esodati e dei lavoratori precoci.

FONTE: Pensi0ni Oggi (www.pensionioggi.it)

AUTORE: Eleonora Accursi

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