Dipendenti statali in fuga dal Nord ItaliaSecondo una recente indagine di Formez, i dipendenti statali sono in fuga dal Nord Italia, lasciando il 25% dei posti vuoti.


Il Nord Italia non sembra essere più un posto per i dipendenti statali.
Secondo l’ultima indagine di Formez, infatti, il tasso di copertura dei bandi al Nord risulta essere doppiato dal Centrosud, dove si raggiunge il 150%.

Il trend è stato riscontrato in diversi concorsi pubblici in programma, già a partire dalla prossima settimana, quando inizieranno le prove preselettiva per il concorso dell’Agenzia delle Entrate.

Ecco tutti i dati.

Dipendenti statali in fuga dal Nord Italia: ecco cosa dicono i dati

Nell’ultima indagine di Formez, in riferimento ai dati dello scorso anno, il tasso di copertura dei posti messi a bando dalla Pubblica Amministrazione nel Nord Italia raggiungeva appena il 75% del totale.
Dati completamente opposti al Meridione e nelle regioni del Centro Italia, dove la percentuale arriva al 150%.

Le cause sono diverse, tra cui il maggiore costo della vita al Nord Italia, con trasporti, affitti e spesa alle stelle.
Le regioni più svantaggiate sembrano essere Lombardia e Veneto, dove il carrello della spesa costa molto di più, rispetto ad altre regioni italiane.

Il fenomeno era noto già all’inizio del 2022, quando l’allora Ministro dei Trasporti Enrico Giovannini certificò il flop delle selezioni per assumere nuovo personale nelle motorizzazioni e nei provveditorati al Nord Italia.

Carenza di personale registrata anche al concorso per infermieri in Friuli-Venezia Giulia e nel piccolo comune di Olgiate Comasco, dove il sindaco, alla ricerca di due geometri a tempo indeterminato, si è arreso per mancanza di candidati.

Il trend dimostra una vera e propria inversione di rotta rispetto al passato, quando si assisteva ad una migrazione dal Sud al Nord, per i posti nella Pubblica Amministrazione. Ad oggi, invece, le retribuzioni nella PA sono le stesse in tutta Italia e i candidati sono spinti a scegliere le regioni in cui il caro-vita è più basso.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it