Per la prima volta nella Storia, in pratica, la crisi covid potrebbe toccare il “pubblico impiego”, da sempre considerato uno dei più sicuri in assoluto.
Infatti se fino a questo momento a pagare la crisi sono stati solo autonomi, imprenditori e privati adesso potrebbe essere il momento dei dipendenti pubblici: rischiano infatti il posto, secondo quanto affermato dall’economista Valerio Malvezzi.
L’allarme è stato lanciato durante una recente intervista e dà spazio a scenari finora inediti e preoccupanti per il comparto pubblico.
Dipendenti Pubblici rischiano il posto: l’allarme dell’economista Malvezzi
Da sempre considerati i più fortunati, i dipendenti pubblici sono stati meno toccati anche in questa enorme crisi economica che sta attraversando l’intero paese a causa della pandemia.
Finora infatti, a fronte delle profonde perdite di fatturato di piccoli e medi imprenditori e del grave stop che lavoratori autonomi e partiteIva hanno subito, gli stipendi e i diritti dei titolari di “posto fisso” sono rimasti intoccati.
Tuttavia le cose potrebbero cambiare a breve, questo il monito lanciato dall’economista Valerio Malvezzi.
Se tutto ciò che il Professore ha previsto si realizzerà – come già purtroppo sta accadendo – i prossimi a rischiare il posto di lavoro sono proprio loro.
Il Prof. Malvezzi, nell’intervista rilasciata a RadioRadio TV, ha dunque lanciato un avvertimento: i dipendenti pubblici farebbero bene a preoccuparsi, perché i prossimi senza lavoro saranno loro.
“Quando saranno spazzati via i tessuti delle piccole imprese a quel punto sarà il momento dei lavoratori pubblici. Pensate veramente che chi fa smart working da casa non potrà essere sostituito da un software?”
Qui di seguito il video con il testo completo dell’intervista.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Anche gli economisti possono essere sostituiti da un software.
che brutto MALVEZZO(I) aprire la bocca e dargli fiato…
Complimenti illustrissimo o magnifico professor Malvezzo, tante parole ecco che cosa è l’economia Agevolata, ma che fine ha fatto l’economia Reale, quella che produce,che offre opportunità di Occupazione che concorre al PIL, mi scusi ma le parole non concorrono al PIL. buona giornata, da un povero ignorante!!!
Quanta arroganza… e aggiungerei ignoranza.
Un economista dovrebbe sapere che i servizi trasversali sono indispensabili in qualsiasi settore operativo.
E che, ad es., anche un ospedale ha bisogno di “burocrati” che svolgono il lavoro che non si vede, altrettanto indispensabile.
Chi si auspica di vedere crollare le istituzioni in tempi di pandemia, dovrebbe interrogarsi.
Anzi no, certamente si darebbe una risposta sbagliata
Veramente anni fa quando lavorai alla IBM per poco tempo capii che molti dei lavori amministrativi potevano essere soppiantati da software “intelligenti”.
Forse dimentica che in quanto professore anche lui è un mero dipendente pubblico poichè è un dipendente ministeriale…..quindi si preoccupi del suo posto di lavoro!!!!!
ah aggiungo anche che oltre allo smart working …. esiste e-learning!
Nessuna difesa di parte, ma la semplice, amara, considerazione che con la pandemia si osserva l’esercizio diffuso di molti e titolati al tiro a bersaglio contro la P.A. La pandemia ha frenato l’economia manifatturiera, e bloccato il commercio, ma ha fatto aumentare il disagio sociale e richiesto, ad esempio, ai servizi sociali e alla Protezione Civile, di adoperarsi ben oltre i limiti dell’orario di lavoro, per distribuire beni e risorse economiche, o prestare soccorso ai più bisognosi.Lo smart working pare a troppi un privilegio, tanto da immaginare che possa essere sostituito da programmi informatici? Magari qualcuno di questi profeti provasse… Leggi il resto »
Chissà se il dotto economista, già eletto nella Lega nel 1994, sa anche come si potrebbero impiegare i 49 milioni di euro per i quali il suo partito è finito sotto processo? Potrebbero destinarli ai “tessuti delle piccole imprese” a lui tanto cari