dipendente pubblico, Indebita assunzione nella PA con mancanza delle qualifiche e dei titoli previsti: il dipendente pubblico deve restituire gli stipendi percepiti?


Il caso è stato esaminato dalla sentenza n. 50/2018 della Corte dei Conti, sezione per la Sicilia.

 

Il giudizio è finalizzato all’accertamento della fondatezza della pretesa azionata dal Pubblico Ministero. In questo caso si concerne un’ipotesi di danno patito dall’ente pubblico, pari alle retribuzioni corrisposte all’odierno convenuto. Sono state contestate condotte dolose mirate ad ottenere, simulando un’apparente regolarità delle procedure propedeutiche all’istaurazione del rapporto di lavoro, un’illegittima assunzione a tempo determinato.

 

Il parallelo svolgimento di un processo innanzi al giudice del lavoro non influisce sul procedimento in atto. Questo vista  la diversità dei giudizi e la loro reciproca autonomia. Infine, non vi è dubbio che sia il giudice contabile a dover conoscere della contestazione rivolta ad un pubblico dipendente di aver provocato un danno erariale.

 

Numerosi elementi inducono a ritenere che la pluralità di atti indicata sia stata un mezzo rivolto al conseguimento di un beneficio non spettante, consistente in uno stabile rapporto impiegatizio. Il convenuto non avrebbe potuto nemmeno partecipare con esito favorevole alla selezione, successivamente bandita.

 

Si trattò dunque dell’illegittima stabilizzazione di un soggetto che non era mai era stato assunto, in assenza del superamento di un pubblico concorso, necessario secondo la regola generale recata dall’art. 97, terzo comma, della Costituzione.

 

Il dipendente dovrà dunque, riconosciuto responsabile del danno provocato all’ente. Dovrà pagare a favore del medesimo la somma di 131.580,35 euro, da maggiorarsi della rivalutazione monetaria dalla data degli accrediti stipendiali fino al deposito della sentenza e degli interessi legali.

 

In allegato il testo completo della Sentenza.