previdenza complementareEntrerà nel vivo nei prossimi giorni presso le Commissioni riunite Lavoro e Affari Sociali della Camera dei Deputati l’esame del disegno di legge delega contro la povertà. Dopo aver concluso il ciclo di audizioni si attende la fissazione di un termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge, approvato dall’esecutivo lo scorso 28 gennaio. L’obiettivo è di concludere l’esame del provvedimento in Commissione entro gli inizi di Giugno e quindi spedire il testo in Aula alla Camera per la prima approvazione, attesa entro la fine di Giugno o al più tardi agli inizi di Luglio. Tre i punti cardine del provvedimento.

 

Il Sostegno all’Inclusione Attiva. In primo luogo si rende strutturale il SIA, il sostegno all’inclusione attiva, che già con la legge di stabilità e con l’accordo in Conferenza Unificata dello scorso 11 Febbraio è stato esteso su tutto il territorio nazionale. Al sostegno si potrà accedere a condizione di aderire ad un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per la famiglia beneficiaria. La platea interessata sarà composta, almeno per ora, solo da famiglie con figli minori ed avrà dunque una portata limitata, visto che, considerando i numeri si tratterà di distribuire meno di 60 euro al mese a testa. L’intervento verrà però gradualmente esteso ed incrementato nella sua entità sulla base delle risorse che affluiranno in virtù degli interventi di razionalizzazione di alcune prestazioni assistenziali e previdenziali.

 

La Revisione dell’Assistenza e della Previdenza. Il capitolo più caldo è tuttavia quello che prevede la razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali legate al reddito del beneficiario: “Il principio che regola l’accesso alle prestazioni – si legge nella relazione illustrativa – deve essere quello universalistico per cui, tenuto conto di bisogni specifici, l’accesso selettivo alle prestazioni è regolato dalla sola condizione economica, misurata a tal fine dall’ISEE“. In sostanza l’accesso a queste prestazioni avverrà sulla base dell’Isee che, come noto, è un indicatore che tiene conto anche del patrimonio del soggetto, e non più del solo reddito percepito dall’interessato o dal coniuge.

 

Le prestazioni oggetto del riordino non sono specificate in modo chiaro nel testo della Delega che, come noto, fornisce solo una cornice entro la quale il Governo potrà legiferare. Il perimetro resta, quindi, potenzialmente piuttosto ampio. Nel mirino finiscono, secondo quanto si legge nella relazione illustrativa, l’integrazione al trattamento minimo, l’assegno al nucleo familiare concesso dai comuni, le maggiorazioni sociali, l’assegno sociale, le pensioni ai superstiti. Ma le modifiche potrebbero coinvolgere anche l’importo aggiuntivo, l’incremento al milione e la quattordicesima mensilità. Non saranno interessati dal riordino i trattamenti già concessi ed nonchè le prestazioni erogate agli invalidi (si pensi in particolare alla pensione di inabilita’ civile e l’assegno mensile di assistenza).

 

Su questo fronte, dopo l’allarme dei giorni scorsi, è stato lo stesso Ministro Poletti ad indicare l’arrivo di un emendamento che metterà al riparo dalla scure le prestazioni a carattere previdenziale come, ad esempio, l’integrazione al trattamento minimo e le pensioni ai superstiti.

 

Il riordino dei servizi sociali. Un altro fronte di intervento riguarda il riordino della normativa in materia di interventi e servizi sociali. Obiettivo della Delega è una rivisitazione delle regole di governo del settore, prevedendo in particolare meccanismi di coordinamento più forti in capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, istituendo un organismo partecipato dalle regioni, dalle province autonome, dalle autonomie locali e dall’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), oltre che compiti di vigilanza sul rispetto dei livelli essenziali. Il Ministero potrà a tale fine riorganizzarsi.